Zero Tav -Mario De Pasquale.



Mario De Pasquale.
Zero Tav -Mario De Pasquale.
Edizioni Spartaco
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Sergio Carati, professore universitario, intellettuale esperto nell’iniettarsi eroina mantenendo contegno e una parvenza di dignità e Mirna Cinotti Carli, di nobili origini e anch’essa dedita agli stessi passatempi, vengono a forza reclutati dal Padrone, potente boss della ’ndrangheta, braccio armato dell’onorevole Elvio Conconi e dell’ex ministro e industriale Antonio Nussardo, ora in cattive acque e assillato dalle banche.
In cambio dell’estinzione dei loro debiti e di un grosso quantitativo di droga, i due dovranno infiltrarsi nel gruppo di attivisti che si oppongono allo sfregio ambientale dei lavori dell’Alta velocità in Val di Susa. La Tav deve essere portata a termine, in quanto business troppo importante per politici e malavita organizzata, un affare irrinunciabile. Così il professore e Mirna divengono pedine piazzate nel posto giusto al momento giusto: dovranno spingere con un fine lavoro psicologico Giuliano, Elide e Renato – tre giovani profondamente arrabbiati che hanno perso il lavoro e la fiducia nel dialogo e nella protesta pacifica – a far esplodere un ordigno a Torino, negli uffici dell’impresa vincitrice dell’appalto per la Tav. La strategia del terrore ha sempre funzionato e anche stavolta darà un’accelerata alle opere, con l’arresto di quei poveri illusi che continuano a protestare rallentando il cantiere. Sembra tutto calcolato alla perfezione. E invece…
In libreria da ottobre, Zero Tav (edizionispartaco, nella collana Dissensi) è un crudo, tesissimo noir del giornalista Mario De Pasquale.
De Pasquale si è occupato da vicino della Tav, e ne conosce ogni più riposto meandro. Da questa conoscenza, sorretta da uno stile asciutto e coinvolgente, esce questo bel romanzo di quasi trecento fitte pagine.
La tensione è già palpabile fin dalle prime righe e si mantiene, pressoché inalterata, sino all’ultima. I morti ammazzati, spesso nelle maniere più orride e truculente, come è logico in una storia del genere, non si contano. La storia si dipana serrata fra spietati malavitosi, attivisti sprovveduti solo all’apparenza, poliziotti dal comportamento molto ambiguo, politici corrotti, killer insospettabili e industriali voraci e disperati.
Finale non scontato.
Un bel romanzo, per stomaci forti ma non solo, che si fa facilmente perdonare qualche lieve incongruenza narrativa con una valida ambientazione, una suspense altissima e una buona introspezione, non disgiunte, a volte, da una giusta dose di humor nero.
Si sentono la mano del giornalista ma pure quella del narratore di razza, e forse non è troppo azzardato prevedere una trasposizione cinematografica.
Vivamente consigliato!

Gian Luca A. Lamborizio

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