Alessandro Perissinotto e l’orchestra del Titanic

E’ uscito un nuovo romanzo di Alessandro Perissinotto, “L’orchestra del Titanic” ambientato in un villaggio turistico a conduzione italiana nell’isola di Djerba. Protagonista Anna Pavesi, la psicologa detective che viene incaricata di indagare dalla madre di una ragazza di Bergamo in vacanza nel villaggio con il fidanzato, trovata in un lago di sangue con un polso tagliato insieme a un animatore assassinato. La camera è chiusa dall’interno, il fidanzato stava partecipando a una regata insieme a un compagno occasionale. Nessun movente apparente, la ragazza è vittima di una forte amnesia e per di più durante la vacanza non aveva assunto importanti medicamenti per non rivelare al fidanzato che era affetta da sindrome bipolare. Una vicenda torbida di ricatti e di video hard con il coinvolgimento di troppe persone è la chiave della vicenda.
Il libro è anche un pretesto per raccontare, oltre all’indagine poliziesca, il dramma di un omicidio che avviene in un pezzo artificiale di Italia trapiantato in un paese povero dove il lusso sfrenato dei villaggi contrasta con le umili condizioni di vita della gente locale. In apparenza il turismo crea posti di lavoro, in realtà chi lavora nel turismo abbandona il lavoro agricolo o l’impiego nell’economia locale. Qualsiasi cosa accada, il divertimento deve continuare, anche se tutto sembra andare alla deriva. L’autore va oltre la superficie delle apparenze e coglie l’occasione per analizzare la realtà di un paese a forte insediamento turistico europeo.
Un bel libro, ben scritto, un’inchiesta psicologica sottile e coinvolgente. Qualche descrizione tecnica sull’uso delle tecnologie informatiche è un po’ didascalica.

Anna Pavesi è il tuo alter-ego al femminile, leggendo il libro si ha l’impressione di trovare molte similitudini con te. E’ solo un’impressione o c’è veramente qualcosa di te in Anna Pavesi?
Cerco di tener fuori me stesso da Anna Pavesi, mi ritaglio un cammeo nel personaggio dell’ex marito di Anna. La vita di Anna è una vita normale e molti si riconoscono in lei. Ho concepito Anna Pavesi come un personaggio autonomo in evoluzione, sta invecchiando e il suo stato d’animo muta.  Inizialmente era diventava investigatrice per caso, in questo libro viene incaricata di occuparsi di un’indagine e diventa sempre più attenta.

E’ stato difficile per te immedesimarti in Anna e scrivere in prima persona al femminile?
E’ sempre difficile, il linguaggio entra dentro di noi in maniera profonda, le desinenze in -o a volte scappano. Ho creato una protagonista femminile per vivere un’esperienza virtuale lontana dalla mia, perché il lato delle indagini che mi interessa è quello delle emozioni e dei sentimenti, perché si arriva a uccidere. Ho creato una detective che entrasse empaticamente nel mondo delle persone coinvolte. 

Anna Pavesi è un po’ triste, con il rimpianto per i figli non avuti, per il matrimonio finito male, per il compagno Marco che non condivide la vita con lei al 100%.  Sarà più serena in futuro?
Ha solo dei lampi di tristezza, ora è diventata più serena. La storia con Marco comincia a funzionare, il futuro è sereno perché non ha in previsione né il matrimonio né figli, ma non sa se quello che le sembra felicità lo è davvero. Quando pensa al futuro pensa che possa essere sereno anche senza figli. Sono piccoli lampi di riflessione più che di tristezza.

Anna Pavesi gode di una compagnia speciale, Morgana. Anche tu ami i gatti?
Si, Morgana era la mia gatta, purtroppo non c’è più. Ora ho due gatti, una che si chiama Gelsomina e che presta coda, occhi e baffi a Morgana e Gildo, un trovatello arrivato quest’estate piccolissimo.

Pensi che la vicenda descritta ne “L’orchestra del Titanic”, possa accadere realmente?
Si, una storia molto simile è realmente accaduta in un villaggio turistico italiano a Cuba. Per i miei libri generalmente trovo nella cronaca il movente del fatto, la ragione per cui qualcuno potrebbe uccidere. Questo mi consente di occuparmi dei problemi veri del momento, in questo caso l’uso delle tecnologie moderne per offendere il corpo della donna. Da quando è uscito il libro molte lettrici mi contattano attraverso il mio sito dicendo che vicende simili sono realmente capitate. 

Oltre che romanziere sei stato anche traduttore, di qualcuno in particolare?
Si, sono stato traduttore di Grangé, ma è un lavoro che ha bisogno di tempi lunghi e di riflessione. Lo considero una parentesi, ora con il lavoro universitario e di narrazione non posso più permettermelo.

Alcuni mesi fa sei stato in tournée in Argentina. Come sono stati accolti i tuoi libri all’estero?
Sono stati accolti molto bene, la critica è sempre stata molto generosa. Sono stati tradotti anche in Spagna, Francia, Romania, Russia e Giappone. La Francia in particolare mi ha accolto molto bene perché ci sono richiami con il territorio.

Che tipo di lettore sei?
Lento, che non legge quanto vorrebbe e in virtù della lentezza cerca di assaporare ogni parola.

Progetti per il futuro?
Sto prendendo una pausa, non so quanto lunga, da Anna Pavesi per guardare meglio il personaggio. Per il momento non ho niente di concreto, quest’estate contrariamente al solito, non ho scritto.

Ambretta Sampietro

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