Paesaggio con figure morte



Luigi Guicciardi
Paesaggio con figure morte
Cordero
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Stavolta Luigi Guicciardi ci consegna una trama amara che ben si sposa con l’atmosfera autunnale del suo 14° giallo che mette ancora in scena la sua ormai stracollaudata Cataldo & Company.
E ancora una volta (Giovanni ma è un cabalistico nome misterioso da non pronunciare praticamente mai?) Cataldo con il suo immancabile quasi alter ego Muliere, sarà costretto a ricostruire il caso o, meglio, a indovinare l’identità dell’assassino, servendosi di piccoli indizi, poche parole, facendo azzardate ipotesi in una corsa disperata contro il tempo per individuare la mente colpevole che sa bene celarsi tra le fila perbene dei giri di Modena, scenario cult del suo autore.
Una nuova complicata indagine il commissario per Cataldo al top della carriera professionale ma con il sentore delle autunnali foglie marce nell’aria che potrebbe preannunciare un qualcosa che non funziona e coinvolgere la sua stessa vita familiare…
Il 3 ottobre a Reggio Emilia, in una fredda mattina d’autunno, una giovane donna “bene” viene uccisa nel suo appartamento a colpi di pistola. Un delitto passionale? Il giovane amante? Ma no, perché passano pochi giorni e a Modena, in via Levizzani una prostituta di classe viene assassinata nello stesso modo. E quando anche una terza donna, proprietaria di un avviato negozio di cartoleria, viene assalita e ferita con la stessa arma, scampando per miracolo alla morte, le indagini vengono appioppate a Cataldo. Senza testimoni, le indagini finiscono con incagliarsi per la difficoltà o meglio l’impossibilità all’inizio di trovare un anello di congiunzione, un qualche movente che possa collegare delitti con vittime tanto diverse.
Finalmente un possibile sprazzo: un albergo sull’Appennino, dove le vittime hanno soggiornato circa un anno prima alla stessa data. E si scopre che la pistola del delitto è una 6,35, arma da borsetta, mortale solo a breve distanza. Nient’altro. Forse l’assassino porta la sottana?
Cataldo insiste, caparbio come un mulo e, trascurando persino moglie e figli, si ostina a girare in tondo e allarga il cerchio delle indagini ai tanti luoghi frequentati dalle vittime per un’inchiesta lunga, infinita, estenuante che mischia strane storie antiche a nuovi misteri. I possibili testimoni non ricordano, magari in assoluta buona fede, o preferiscono omertosamente e pericolosamente tacere, costringendo Cataldo e Muliere a districarsi in un complicato puzzle fatto di debolezze, passioni, interessi, mentre l’assassino continua a colpire e a uccidere con lucida e implacabile freddezza, insanguinando Modena.
E la morte, sempre in agguato, non guarda in faccia nessuno.

 

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