Animali in Noir: Pino Imperatore le iguane, il coniglietto e i suoi tanti animali noir

Animali in noir


E’ entrato a pieno titolo nell’universo del genere giallo come erede del filone umoristico iniziato da De Marchi e dal concittadino Veraldi e di quell’immaginario popolare partenopeo che ha reso famoso Mastriani, Pino Imperatore, vulcanico autore napoletano ha come valore aggiunto anche la scelta di inserire all’interno della trama narrativa tanti animali. Sia nella sua serialità gialla iniziata con “Aglio, olio e assassino” e proseguita con “Con tanto affetto ti ammazzerò” che in quella in cui indaga la società col camorrista mancato Tonino Esposito  di “Benvenuti in casa Esposito” “Bentornati in casa Esposito” e del recente “Tutti matti per gli Esposito” come pure nel resto della sua produzione letteraria, uno o più animali ci stanno sempre.  Con “Tutti matti per gli Esposito” Imperatore cambia casa editrice, stavolta è Salani ad accoglierlo nella nuova collana Le stanze, e gli animali prenderanno viva parte ai dissapori familiari, ai litigi e alla nuova situazione di ménage familiare dettata dalla pandemia da Covid 19 e saranno protagonisti di scene strappa risate fuori e dentro le mura domestiche. Tonino Esposito “orfano di un boss e incensurato  per opera e virtù dello Spirito  Santo, era il delinquente più fesso della storia della camorra”  e si porta dietro il fantasma del padre  ma a continuare la tradizione criminale di famiglia proprio non ci riesce e nel quartiere Sanità, salita dei Principi, dove vive con moglie, madre, figli, suoceri, domestica e animali domestici, i giorni passano monotoni fino a quando  si cerca un lavoro ed elabora un piano di assunzioni e uscire da quella “zona d’ombra caratterizzata dall’incertezza e dalla precarietà” in cui si è rinchiuso. L’arrivo della pandemia spariglia le carte e per Tonino il futuro è pieno di nuove esperienze e di scelte. Il lockdown di casa Esposito vale pure per i loro animali e il coniglio Giggetto maestro di dispetti affina le sue tecniche mentre la coppia di iguane Ivana e Sansone amoreggiano o si addormentano ascoltando i monologhi di nonno Gaetano. Fino a quando anche l’ingombrante Sansone ottiene la sua ora d’aria e col guinzaglio va a passeggio insieme a Tonino a sfidare i controlli della polizia e se all’inizio è spaesato si abitua “presto alla novità e a zampettare in scioltezza, facendo ondeggiare la giogaia sotto il mento”. Imperatore con il suo umorismo che coglie e investe anche i lati più tragici della quotidianità e della criminalità, mette in scena un romanzo in cui Tonino ha spesso a che fare con animali di varie specie e anche le più tranquille  potrebbero rivelarsi aggressive e attentare alla sua vita come nell’esilarante scena dell’assalto al malcapitato Esposito da parte di  galline e  polli del pollaio dell’abbazia di monaci di Chiaravalle con rincorse e strilli degna “del miglior Hitchcock”, da morire dal ridere al punto che persino “un novizio pensò che si stesse avverando una delle predizioni dell’Apocalisse e le cavallette giganti, travestite da polli, stavano invadendo la Terra”. 

Pino, nei tuoi romanzi sono sempre presenti animali che diventano veri e propri personaggi. È una scelta voluta? Che ruolo conferisci loro e quanto ti piace e ti diverte?
«Nei miei testi ci sono stati e ci saranno sempre animali in peli, piume, squame e ossa. Per scelta e per amore. Nel romanzo “Allah, san Gennaro e i tre kamikaze” ho inserito persino una colonia di blatte che attua un’azione di guerriglia contro i terroristi protagonisti del libro, e l’episodio è stato apprezzato anche da tutti i lettori che provano ripugnanza per gli insetti. Gli animali sono vita, gioia, stupore, tenerezza; sono migliori di noi e infinitamente più rispettosi dell’ecosistema terrestre. Nei miei libri rivestono ruoli da protagonisti, e raccontarli è uno spasso continuo. L’animale che finora mi ha fatto più divertire è Cico, il pappagallo cenerino parlante che ho inserito nel romanzo “Questa scuola non è un albergo”, che ne combina di ogni tipo».

Nella serie di Scapece e dei Vitiello, il cane Zorro è un rubacuori che si innamora della barboncina Bigodina e partecipa anche attivamente alle indagini. Possiamo considerarlo uno 007 a quattro zampe? 
«Se dicessi che Zorro ha il fiuto dell’investigatore, potrebbe sembrare una battuta. Invece è proprio così: scruta, studia, analizza le situazioni e le persone, e con un movimento della coda, un guaito o una strizzatina d’occhio fa capire ai suoi amici umani qual è la sua opinione. E quando è chiamato a combattere contro i cattivi, non si tira indietro. Essendo un ex cane randagio, quindi conoscendo le dure leggi della vita di strada, sa distinguere il bene dal male».

La serie degli Esposito ingloba nel nucleo familiare due iguane e un coniglietto. Animali diversissimi nell’aspetto e nelle dimensioni e capaci di provare e dare amore. Attraverso gli animali affronti anche il tema dell’apparenza che spesso inganna? 
«In natura ci sono molti animali dall’aspetto bizzarro: gli armadilli, gli ornitorinchi, i bradipi, i formichieri, i rospi, le stesse iguane. Per non parlare dell’aye-aye e dello Psychrolutes marcidus, comunemente conosciuto come pesce-blob. Molti definiscono “mostruose” queste inoffensive e innocenti creature che dividono con noi il pianeta Terra. A ben vedere, però, siamo noi i veri mostri, visto che stiamo distruggendo l’ambiente in cui viviamo e in cui dovranno vivere i nostri figli».

Cristina Marra

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