Arrigoni e l’omicidio nel bosco-Torna il commissario capo di Porta Venezia in una nuova e avvincente avventura
Nel 1953 gli alti comandi di Polizia e Carabinieri decidono di istituire una unità speciale che si occupi degli omicidi commessi nei piccoli paesi della Lombardia. Una sorta di task force ante litteram che non si era mai vista ancora in Italia e tantomeno negli anni Cinquanta. A dirigere la stessa viene chiamato il commissario Arrigoni che prima prende tempo nell’accettare l’incarico, poi, rassicurato che non dovrà lasciare l’amato presidio di Porta Venezia e che in più avrà anche una maggiore entrata finanziaria, accetta. Passano pochi giorni e la sua presenza viene richiesta in un paesino di montagna sul lago Maggiore: Arbizzone Varesino. Nei boschi che circondano il luogo è stato rinvenuto il cadavere di un uomo molto conosciuto nella zona e sulla cui condotta non proprio lecita sono in tanti a sparlare nel piccolo paese.
Sposato con una donna molto più giovane di lui e affermato imprenditore edile, la vittima in realtà pare nascondere più di un segreto e essersi fatto qualche nemico qui e là. Qualche nemico di troppo effettivamente. Tra chiacchiere di paese, locande dove consumare pasti abbondanti e prelibati e la collaborazione sincera e reale del maresciallo del posto, Arrigoni inaugura la sua prima trasferta fuori Milano nel migliore dei modi. Arbizzone Varesino è un posto solo all’apparenza tranquillo e sonnolento e il commissario Arrigoni certo non si fa ingannare dalle apparenze.
Chi ha ucciso il ricco imprenditore? Quante persone sono coinvolte nei suoi traffici illeciti e soprattutto la bella e giovane moglie cosa sapeva davvero di suo marito?
Dario Crapanzano è il migliore giallista milanese del nostro tempo e tutti gli altri devono rassegnarsi all’idea perché non sbaglia un colpo, sforna romanzi che si divorano letteralmente una volta aperti e continua a dilettare i lettori con la narrazione di una Italia lontana nel tempo eppure sempre affascinante e incantevole. Questa volta con Arrigoni e l’omicidio nel bosco osa addirittura allontanarsi dalla cara e vecchia Milano e lo fa con una maestria ineguagliabile perché fa balzare agli onori della notorietà un piccolo paese che nemmeno esiste ma che racconta con una tale dovizia di particolari mescolando odori, sapori e colori che viene voglia di andarlo a visitare subito. Naturalmente Arbizzone Varesino è un pretesto letterario così come l’unità speciale. Quello che conta sul serio è sempre è solo il commissario Arrigoni che essendo unico e inimitabile rimane Arrigoni anche in trasferta. Geniale, intuitivo, sornione all’apparenza, perennemente innamorato della buona tavola e delle belle donne e sempre, sempre, un passo avanti a tutti gli altri.
Solo per avere inventato un personaggio letterario così dannatamente adorabile Crapanzano meriterebbe un premio alla carriera, ma nel giallista milanese c’è molto di più. C’è l’esperienza dello scrittore navigato, c’è la delicatezza della narrazione, c’è la poesia del giallo classico, quello che viene letto dalle donne e dagli uomini con lo stesso trasporto.
Nell’omologazione dei giallisti intellettuali, nei loro packaging tascabili da moda prêt à porter, Dario Crapanzano è ancora una garanzia di originalità e fantasia, trepidazione e bellezza, un patrimonio dell’umanità assolutamente da preservare.
Arrigoni e l’omicidio nel bosco
Antonia del Sambro