Il lungo sonno



Tim Baker
Il lungo sonno
Mondadori
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Al termine de “Il Lungo Sonno” guardate a ovest. Non la vedete la scritta Hollywood? Le strade larghe e polverose della periferia losangelina? Le hills dove star piene di vizi incrociano i destini di criminali e miliardari?
Leggendo questo libro sentirete Rita Hayworth e Frank Sinatra in sottofondo, vedrete gessati, cappelli, sentirete lampadine dei flash rompersi e ogni bar saprà di fumo di sigaretta, mentre un sole tiepido vi terrà caldo senza farvi sudare. Prima di sentirvi attratti dalla trama, sarete immersi nel periodo storico dal tepore del noir vecchio stile, con le sue pugnalate gelide e improvvise.
Tim Baker ci dice cos’era prima, cos’era nel mentre e cosa è oggi parlare della morte di JFK.
E per farlo prende tutto ciò che era il crimine americano degli anni sessanta e prepara un minestrone anfetaminico in cui la Dahlia Nera e il Killer dello Zodiaco si ritrovano legati da coincidenze surreali, ma relativamente possibili. Tutto ruota intorno al fantomatico rapimento di un bambino, il piccolo Bannister, unico figlio di un vecchio miliardario dalle amicizie oscure: dalla mafia a Nixon; reso paraplegico da un incidente a cavallo quanto mai sospetto.
JFK, e ciò che rappresenta, sorveglia dall’alto della sua lapide, mentre un giornalista, cinquant’anni dopo, per scoprire il passato di suo padre si ritrova ad indagare anche sulla sua morte.
Il Lungo Sonno è un romanzo critico, aspro, un ritorno al passato di quella che per molti è stata “la prima volta” dell’America. Il momento preciso in cui la testa di un presidente è esplosa, lasciando rotolare parte della sacra materia cerebrale su una Lincoln nera, mentre insieme a quei brandelli di cervello, se ne andava via anche la verginità di un paese e dei suoi abitanti.
Il Lungo Sonno è uno splendido e crudele romanzo di redenzione mancata.

 

Giuseppe Squizzato

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