La Francia può essere considerata a torto o a ragione il paese che più contribuisce nella produzione del romanzo giallo o meglio del romanzo di inchiesta sociale; anzi gli scrittori francesi sono ritenuti coloro che hanno fatto nascere il genere stesso. In Italia, luogo in cui ormai sono tanti coloro che si cimentano in questo tipo di scrittura, è ormai di uso comune definire noir il romanzo conosciuto classicamente come giallo. Il noir è sempre più spesso strumento di denuncia sociale, quindi in Francia l’argomento che ultimamente va, per così dire, per la maggiore, è, ed è quasi scontato che sia così, la rivolta, la condizione di vita, le contraddizioni, la repressione ecc.. che si sviluppano nelle periferie francesi, meglio conosciute come banlieue.
L’ultimo romanzo di Dominique Manotti ruota attorno a come le forze predisposte alla tutela dell’ordine pubblico si dispongono nei confronti della periferia parigina. I protagonisti, femminili, del romanzo sono la rappresentazione delle due facce della stessa medaglia : quella della polizia. Al proprio interno esiste la parte buona e quella cattiva e solo una prevarrà sull’altra e come è immaginabile, essendo il noir uno strumento che tende a descrivere la realtà, non ci potrà essere un lieto fine. Uno dei pregi assegnabili alla Manotti è quello di aver scritto un buon libro soprattutto perchè ha insegnato proprio in uno dei luoghi cardine delle banlieue : Saint- Denis.