Una cassaforte piena di lingotti d’oro può scatenare gli appetiti di molte persone. Tutto sta a conoscerne l’esatta ubicazione e la combinazione per aprirla. Se poi la stessa è protetta da abbastanza esplosivo da mandare in orbita chi va per tentativi, occorre davvero saperla maneggiare con cura. Pablo Escobar prima di morire, l’ha nascosta nella sua villa nel più inaccessibile dei posti e a proteggerla vi ha messo un guardiano pericoloso che apprezza i fuori pasto di carne umana. Occorre risalire a colui che ha fuso l’acciaio per fabbricarla, rintracciare chi ha procurato ed innescato l’esplosivo e corrompere quel tale che ha creato e conosce, lui solo, la combinazione. Peccato che quest’ultimo stia per morire e l’unica cosa che vuole è vendere l’informazione per garantire ai suoi eredi un futuro decoroso. Dotato di risorse infinite e spalleggiato da un gruppo di mercenari, Hans Peter Schneider uno psicopatico che oltre a cacciare tesori si occupa di procurare schiave del sesso a miliardari squilibrati, sbarca nella villa dove Cari Mora fa la custode. Oltre all’oro è interessato alla bella Cari, venderla intera o “modificata” può essere comunque un buon affare. Un gruppo d’azione che fa capo all’ordine delle “dieci campane” recluta Cari Mora per avere informazioni e anticipare le mosse di Hans Peter. La bella e determinata ragazza si ritrova a lottare per amore e per sopravvivere.
Tra sedie elettriche vintage (pagherei qualsiasi cifra per averla anche nel mio di soggiorno), sparatorie e cremazioni di cadaveri, teste mozzate, esplosivi e mostri marini, con il romanzo Cari Mora, Thomas Harris conferma la sua capacità di cogliere il peggio dell’animo umano. Dopo averci procurato anni di incubi con Hannibal Lecter, il suo personaggio più famoso, ci regala un Hans Peter Schneider che potrebbe esserne l’erede più accreditato.
Lettura piacevole e veloce. Harris gioca con le parole facendole diventare immagini come in un quadro d’autore.
