Chi è morto alzi la mano



fred vargas
Chi è morto alzi la mano
einaudi
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In questo noir di Fred Vargas sono presentati tre storici che saranno protagonisti di alcuni dei suoi romanzi: Marc, Mathias e Lucien.
Tutti loro stanno attraversando un periodo, più o meno lungo, di difficoltà economica, e anzi si definiscono senza problemi dei morti di fame: due di loro non hanno nemmeno un lavoro degno di questo nome ma ossessivamente si dedicano alla ricerca storica.

Questi tre giovani, che vengono battezzati i 3 evangelisti da Vandoosler, zio di Marc ed ex poliziotto che vive con il nipote, sono diversi tra loro come le loro aree di specializzazione (rispettivamente Medioevo, Preistoria e Grande Guerra).
Così Marc è serio e rigoroso, ma anche pronto a scoppi d’ira quasi incontrollabili; Mathias è la calma personificata, anche se ha la curiosa abitudine di andare in giro nudo, e infine Lucien è l’esaltato del gruppo che non capisce più nulla al solo pensiero della Grande Guerra e che parla quasi esclusivamente utilizzando il gergo militare.

La loro è una convivenza raffazzonata, dettata da esigenze di sopravvivenza e dalla necessità di dividere le spese di affitto della topaia. All’inizio non si conoscono quasi ma durante la ristrutturazione della casa e tutta la vicenda che li vedrà protagonisti stringeranno un rapporto di vera amicizia.

Questi personaggi e la loro storia sono i protagonisti assoluti del romanzo: nella loro improbabilità e nella loro analisi psicologica sta la bellezza di un giallo che si legge tutto d’un fiato.

Questo in sé prende l’avvio dalla comparsa di un giovane albero nel giardino di quella che è stata una cantante lirica di un certo successo, vicina di casa degli storici. L’albero in sé non rappresenta una minaccia, ma la cantante sparisce e del suo omicidio è accusata la di lei nipote, Alexandra.

I tre si trovano dunque a cercare di identificare chi è stato realmente a commettere questo crimine, e per farlo si avvalgono delle loro doti di ricercatori, mentre Vandoosler da loro una mano grazie alle sue conoscenze in polizia.
Nel frattempo un altro morto viene ritrovato e gli indizi contro Alexandra aumentano, facendo sì che Marc, che si è invaghito della ragazza, si preoccupi per la possibilità che lei sia davvero un’assassina. Lui è però l’unico a prendere così sul serio l’intera storia perché spesso gli altri si distraggono e pensano più ai loro studi e alle loro faccende amorose…

Le false piste si affastellano durante tutta la narrazione e non sempre gli escamotage della trama sono completamente credibili, soprattutto nelle pagine finali, quando non è ben chiaro quando e in che modo siano stati scoperti alcuni fondamentali dettagli.
In fin dei conti però non toglie nulla alla godibilità del testo che fonda la sua ragion d’essere nelle strampalate figure di questi improvvisati detective.

sabrina pittaluga

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