Thomas Lang è un ex militare diventato mercenario. Senza un soldo e cronicamente single, non ha niente da perdere tranne il cuore e la sua Kawasaki ZZR 1100. Ma ha ancora dei principi, così quando gli offrono centomila dollari per assassinare un industriale americano rifiuta sdegnato e decide invece di avvertirlo del pericolo che corre. Una buona azione che si rivela una pessima mossa: da quel momento Lang viene risucchiaro in un vortice di menzogne, corruzione e violenza. Costretto a spaccare teste con una statuetta di Budda, a vedersela con miliardari malvagi, a mettere la sua vita nelle mani di una serie di femmes assai fatales, districandosi tra il governo inglese, agenti della CIA, aspiranti terroristi e trafficanti d’armi, cercherà di salvare la donna di cui si è innamorato e di evitare un bagno di sangue su larga scala.
Si potrebbe pensare che Hugh Laurie abbia deciso di scrivere per sfruttare il successo ottenuto come dottor House nella popolare serie televisiva, ma così non è. Il libro infatti è del 1996, quasi 10 anni prima che iniziasse a gironzolare zoppicando per le nostre case.
Fare la recensione non identificando nel protagonista lo stesso House (non Laurie) è difficile: i modi di agire e di comportarsi sono simili, si potrebbe dire che Laurie abbia sempre avuto in testa questa personaggio e che solo con la serie tv l’abbia rappresentato in pieno. Stesse battute ciniche e stesso scarcasmo, spesso fuori luogo, sono presenti sia nel protagonista del libro che in quello tv.
Probabilmente nel romanzo eccede un po’ in questo genere di scrittura e alla fine il libro risulta un insieme di colpi di scena, alcune volte decisamente sopra le righe, non ben miscelato appesantendo un po’ la lettura, ma malgrado questo si arriva in fondo senza problemi.