La torre di Ermengarda – Maria Teresa Guerra Medici



Maria Teresa Guerra Medici
La torre di Ermengarda
Manni
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Siamo intorno all’anno 1077, in un punto imprecisato dell’alta Italia , mentre infuriava lo scontro tra Impero e Papato, poco prima che Enrico IV compisse il suo atto di contrizione al cospetto di papa Gregorio VII. Teatro del giallo storico firmato da Maria Teres Guerra Medici, per i tipi di Manni editori, è la grande abbazia di Santa Reparata, nei pressi di Brisia.  L’abbazia dominata dalla torre di Ermengarda che dà il titolo al giallo, è governata con mano ferma e saggia da Alison di Conde ed era stata a lungo rifugio di Agnese , l’imperatrice madre, che tra quelle mura era anche morta, senza riuscire a riabbracciare il figlio, Enrico IV che le era stati sottratto ancora fanciullo.

La morte di Agnese spalanca le porte ad intrighi, assassinii, complotti. Ombre oscure che inducono la badessa a chiedere l’aiuto della contessa Gisela di Valventosa. La nobildonna  che sta viaggiando con il corteo imperiale verso Canossa,   con il permesso di Adelaide di Susa- suocera dell’imperatore-  cambia verso al viaggio e si dirige verso l’abbazia. Con lei anche la giovane baronessa Herrende di Altenberg, promessa sposa del marchese Bonifacio dell’ Oria. 

In abbazia, intanto, alla prima morte, apparentemente incidentale, quello della monaca- pittrice Maddalena , ne seguono altre: Immilia, la monaca più anziana, Mabilia, la cameriera della contessa Gisela, Adele, la monaca sorella del marchese dell’Oria. Tra le vittime anche Tuzio un giovane allevato in abbazia, con sua sorella Delfina. Delitti che gettano nello sconforto la badessa e le monache. Intanto si fanno più evidenti le mire del vescovo- conte Lanfranco di Altstad, le cui fortune come uomo d’armi erano state premiate dall’imperatore con la concessione del vescovado. Ma la sua ambizione puntava sull’abbazia ed i suoi vastissimi possedimenti, garantiti dalla storica immunità.  Il prezioso  documento che  l’attestava era andato smarrito  e  sarà all’origine dei delitti di Santa Reparata. 

Storie d’amore e di violenze si intrecciano con la grande Storia che vede Enrico IV pentirsi davanti a Gregorio. La pace tra Papato ed impero non riporta la pace tra le severe mura dell’abbazia. Neppure la scoperta della monaca assassina , sarà sufficiente. Il vescovo Lanfranco dichiarerà guerra all’ abbazia al cui fianco si schiererà Bonifacio dell’Oria. Battuto sul campo di battaglia , Lanfranco tornerà ai suoi possedimenti. L’autonomia è l’indipendenza di Santa Repsrata saranno rafforzati dalla vittoria militare e dal ritrovamento dell’antico documento che ne attestava l’immunità.  Nel nome delle donne, padrone, nonostante tutto, dell’abbazia autogovernata al femminile e buon rifugio per molte donne in fuga da matrimoni imposti e da gabbie sociali spesso più anguste dello stesso convento. 

Rossana Livolsi

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