Lo strano delitto delle sorelle Bedin – Chicca Maralfa



Chicca Maralfa
Lo strano delitto delle sorelle Bedin
Newton Compton
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Dopo la bella prova fornita nel 2021 con la pubblicazione de Il segreto di Mr Willer, Chicca Maralfa si conferma come autrice di gialli raffinati e intelligenti.
Lo strano delitto delle sorelle Bedin si svolge sull’altopiano di Asiago e risuona di echi antichi, quelli della prima guerra mondiale e quelli delle tradizioni popolari con la descrizione della Grande Rogazione, una processione di ringraziamento che si snoda tra i comuni dell’Altopiano da tempi antichi il sabato prima dell’Ascensione.
Il romanzo è dedicato a Mario Rigoni Stern e chi ama il famoso scrittore asiaghese riconoscerà senz’altro il suo alito leggero nella compassione che Maralfa dedica ai caduti della Grande Guerra. Nel libro infatti è riportato il ritrovamento veramente avvenuto dei resti mortali di due soldati, uno italiano e l’altro austriaco, sulle alture che sono state teatro dei sanguinosi scontri durante la guerra e l’autrice ne approfitta per un commosso ricordo dei giovani che hanno perso la vita tra quelle montagne.
Anche il protagonista, il luogotenente dei carabinieri Gaetano Ravidà, trasferito a Asiago dalla Puglia, nonostante sia stato soprannominato dalla popolazione locale ‘il Barese’, cerca di trovare una propria dimensione in Veneto studiando la storia della prima guerra mondiale dove suo nonno perse la vita prima di conoscere il suo unico figlio. Infatti appena sveglio osservando la natura fuori dalla finestra della stazione dei carabinieri sente ‘una sensazione di armonia con il mondo, di pienezza e di conforto. Nonostante tutto’.
Ma Gaetano Ravidà è tutt’altro che un nostalgico cultore di antiche storie, egli deve fare i conti con un passato doloroso sia dal punto di vista personale che professionale e la tranquillità della cittadina di Asiago sembra andargli un po’ stretta. Così si mette a fare ricerche su un cold case locale, l’omicidio a colpi di martello di due anziane signorine avvenuto sette anni prima. 
Questo caso ritorna d’attualità per alcune poesie di Sylvia Plath affisse sui muri del paese e che accendono un campanello d’allarme nella mente del luogotenente e del brigadiere Casarotto ‘fisicamente raggiante, di quei tipi nati al tempo in cui governava l’Austria’ e che a parte l’aspetto fisico ricorda un po’ Fazio, il fidato ispettore del commissario Montalbano per la sua precisione e meticolosità.
La vicenda procede tranquilla ma inesorabile verso la sua conclusione e verso lo scioglimento di tutti i quesiti che angustiano gli investigatori e il sostituto procuratore Pazienza che si sono arrovellati anche su avvenimenti apparentemente di poca importanza .
Alla fine tutte le guerre sembrano proprio finite anche se non dimenticate e  ‘il paese era sprofondato nel silenzio, e lui si sentì al centro di quella quiete a lungo inseguita, agile e leggero, mentre il tempo, un tempo magico, fluiva fra le montagne e le stelle’.

Rita Garzetti

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