Cosa le dico?
Qualche mese fa mia figlia ha visto – per la prima volta – un arcobaleno. Per lei è stato qualcosa di magico ma che mi ha messo davanti alla difficile scelta: divento ingannatore e alimento il suo stupore o le dico le cose come stanno e ammazzo quel po’ di magia che può vedere attorno a sé?
Mr. Aristotele sosteneva che la filosofia nasce dalla meraviglia, ma cosa rispose al giovane Alessandro quando vide il suo primo arcobaleno? Per come sono andate le cose, penso che il Maestro abbia impartito una bella lezione di fisica, una di quelle così noiose da voler conquistare il mondo conosciuto pur di liberarsi da tutte quelle nozioni.
Ho sempre tenuto in gran considerazione la disillusione, la “lucidità” tirata in causa da Camus, tra bugia e verità scelgo sempre la seconda, ma negli anni ho capito che la vita è altro e che il sapere esatto è una condanna alla solitudine. Perché le persone non si possono comprendere senza margini di dubbio o errori, nemmeno le si può spiegare senza vicoli ciechi, né incasellarle in un sistema scientifico perfetto.
Ci deve essere sempre spazio per l’imprevisto o la nostra non sarebbe un’esistenza degna di essere vissuta, questo è il prezzo da pagare per la gioia e anche il dolore.
La smetto di scrivere le mie mezze sciocchezze perché non vedo l’ora di partire alla ricerca della pentola d’oro quando rivedrò un arcobaleno con mia figlia.
Del dirsi addio di Marcello Fois è un romanzo poliziesco con una trama non lineare che indaga bel oltre la scomparsa di un ragazzino di undici anni. Michele è un ragazzo speciale svanito nel nulla dopo una cena in un ristorante con i suoi genitori. Bolzano è lo sfondo alieno e opalescente in cui il commissario Sergio Striggio e l’ispettore Elisabetta Menetti dovranno ritrovare Michele. Non si tratta di una storia come tante altre; Sergio deve riuscire a gestire la visita e la malattia paterna, una relazione omosessuale con il compagno Leo, mai dichiarata sul posto di lavoro, la sottile competizione con la collega, scoprire quali segreti nascondono i genitori Gea e Nicola e cosa c’entra Don Giuseppe in questo mistero.
Una costante sovrapposizione tra passato e presente unito a un’accurata e profonda caratterizzazione dei protagonisti rendono Del dirsi addio una storia che ha molto più da offrire al lettore di un “semplice” caso poliziesco; oltre a indizi e intuizioni da ricomporre, Striggio deve affrontare i silenzi e le incomprensioni che lo hanno reso ciò che è.
Si tratta di un romanzo denso, alleggerito da uno stile personale e arricchito con estro artistico. Interessante l’applicazione della conoscenza cinematografica e architettonica nell’interpretare la quotidianità.
Marcello Fois e gli altri finalisti saranno presentati il 4 dicembre alle ore 18.30 presso la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano.
Il Premio Giorgio Scerbanenco 2017, consistente in un ritratto di Giorgio Scerbanenco ad opera dell’artista Andrea Ventura, verrà consegnato la sera del 4 dicembre all’Anteo Palazzo del Cinema alle ore 21.