Delitto sul lago – Dario Sardelli



Dario Sardelli
Delitto sul lago
Einaudi
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Ambientato a Roma in un’estate rovente, questo secondo romanzo di Dario Sardelli, già sceneggiatore e autore televisivo, ha principalmente due punti di forza. Un protagonista originale, il vicequestore Piersanti Spina, e il fatto che vi sia un cadavere in un lago. Particolarità, quest’ultima, che attira il lettore, perché quando c’è di mezzo uno specchio d’acqua contenuto e gestito da volontari, come nello specifico, il mistero che affiora s’accompagna ineluttabilmente a un nostalgico sentore di non detto.

Dopo Il venditore di rose del 2021 torna Piersanti Spina, vicequestore a Torpignattara, con una nuova indagine che lo vedrà alle prese prima di tutto con la sua condizione fisica, non facile da gestire.  “Affetto da insensibilità congenita al dolore, il vicequestore non avvertiva neppure il caldo, il freddo e lo stimolo ad andare in bagno: i suoi nervi comunicavano con il cervello in una lingua che quello non conosceva, come con un telefono che squillava sempre a vuoto.”

Delitto sul lago è edito da Einaudi, come il libro precedente, e si apre con un morto che affiora in uno stagno alla periferia della Capitale, fino a quel momento luogo sconosciuto al protagonista. Si tratta di Valerio Campi, cinquantacinque anni, ex proprietario di un bar e perennemente a corto di soldi, sospettato di essere rimasto vittima degli strozzini che operano in zona.

Quando però i cadaveri diventano due, Spina ritiene doveroso scavare a fondo nella vita privata di Campi, là, dove tutto ha avuto origine. Complice una squadra bene assortita, caratterizzata dalla parlata dei dialetti più disparati e inseriti nei moltissimi dialoghi, la storia si dipana attraverso un ritmo accattivante, dal taglio prettamente cinematografico. Esilaranti sono ad esempio i monologhi del medico legale che, per sdrammatizzare, chiama puntualmente Lisca il vicequestore.

Un orologio scandisce il tempo che separa gli inquirenti dalla cattura del colpevole, ma permette anche di mantenere in salute lo stesso Piersanti, che altrimenti si scorderebbe di bere o di rinfrescarsi. Col caldo insopportabile di luglio, è comprensibile che le persone perdano a tratti lucidità. Al contrario, il vicequestore continuerà a inseguire l’assassino a spron battuto, tipo un mastino, fino allo svenimento (il senso è purtroppo letterale!).

Con una vita sentimentale tutta da rivedere, diviso fra una donna che ora è lontana e una vecchia fiamma sempre presente, la vita di Piersanti Spina assume la forma di un grande punto interrogativo, dove compaiono pezzi all’apparenza non compatibili. Che alla fine si posizioneranno, in maniera strabiliante, sul corretto piano. Naturalmente, questo per quanto riguarda l’indagine.

Il protagonista, invece, dà l’idea di essere un eroe autentico dei nostri giorni, perché malato ed estremamente fragile. Vive in apnea, escluso dalle sensazioni appaganti che ciascuno di noi prova quotidianamente e che lui invece può solo assaporare in qualche raro caso, dopo avere preso dei farmaci particolari. Il fatto di non provare dolore, da taluni reputato una gran fortuna, rende Piersanti Spina poco presente a se stesso e in balia degli eventi. In breve, un emarginato.

Oltre all’indagine , Delitto sul lago è un romanzo che sfiora il tema della malattia. La perdita della dignità, fa riflettere in più di un’occasione. Del fatto che quando manca la facoltà di alcuni sensi, sia naturale affinare all’estremo ciò che rimane. E a proposito del vicequestore, è la vista a farla da padrone. Quel ricordo che in lui scatena ogni minimo e insignificante fotogramma. Solo allora si saprà che non c’è tempo per la resa.

Cristina Biolcati

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