Di rosso e di luce – Valeria Corciolani



Valeria Corciolani
Di rosso e di luce
Rizzoli
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Un “arrivano i nostri” paragonabile all’improvviso  colpo vento e, con una gran folata alla Harry Potter,  Valeria Corciolani riporta in scena la sua  vulcanica  Edna Silvera & company. Sissignori: tutta la squadra al completo: con madre e la sua nuova ferrea e  inamovibile  badante, l’agile mole di Ottavio critico musicale e collezionista, fasciata in prezioso  velluto, Leonardo, statuario motociclista di un metro e novanta, vicino di casa, hacker e cuoco sopraffino, Orietta l’amica assessora alla cultura del comune  con la sua acuta mente, le suo goffe rotondità e la sua guida da Formula uno, l’onnipresente  Schiaffino un tempo lontano suo  flirt, oggi maturo Pierce Brosnam, …  ecc, ecc,. Poi è evidente il suo piccolo zoo,  formato dal viziato e pigro gatto Cagliostro, e da loro,  fuori nel pollaio , le sue sette pennute dive danzanti, le galline che adorano la musica anni settanta e hanno tutte nomi da dive stagionatissime  del cinema (vedi Garbo, Marilyn, Bette Davis o  la rossa Rita Hayworth).
Come per la prima avventura di Edna Silvera, Valeria Corciolani gioca con i colori passando dal giallo del tradimento al rosso che ci richiama  il fuoco, il calore, la passione, l’attrazione, l’amore, la sessualità, la pulsione aggressiva e ci rimanda  anche al rosso carminio del sangue, per introdurci sulla tortuosa strada  da seguire per svelare alcuni degli  arcani misteri legati al suo libro.
La curiosità di Edna, piacente cinquantasettenne, scapola, docente , storica d’arte in pensione e semieremita per scelta ma spesso richiamata in servizio per speciali missioni,  diventa incontrollabile, soprattutto  quando si tratta di  Hyeronimus Bosch, ora che è impegnata fino al collo in una sua privata ricerca su certi onirici particolari della pittura  del Maestro. E in particolare si sentirà subito fagocitata da quella che pare il  chimerico sogno di una vita, nella fattispecie un dipinto andato perduto.
Nel caso, dunque, la sua volontà di evitare, sempre e  a ogni costo, sgraditi incontri ravvicinati,si scioglie come gelatina, arrivando persino a costringerla ad accettare lo sgradito invito dell’inclito miliardario cavalier Petracchi – da lei definito  il Condor –  per presentare agli ospiti l’ultimo acquisto del suo Scrigno, protetto, assicurato e  blindato rifugio nella sua splendida villa sulle colline genovesi di Albaro, per la  sua collezione di antichità: la fantomatica riproduzione  di un  Bosh disperso.  E mettere praticamente sotto ricatto l’amico Ottavio per farsi accompagnare alla lunga e noiosa serata, pur arricchita da un fastoso buffet pantagruelico.
Ma il suo tedioso vagare per le sale,  rotto solo dalle sinuose danze di Lucifer, Betta splendens o pesce rosso combattente del cavalier Petracchi e dalla efficace operosita di Salomon il maggiordomo, mentre cerca rifugio da incontri importuni, infilandosi  persino sotto i tavoli, le consentirà l’imprevisto e repentino accesso allo Scrigno e a scoprire  il furto di un preziosissimo Guardiano del Tempio in malachite, epoca Zhengde, decimo imperatore dinastia Ming 1502-1521.  La statuetta è stata sostituita nella sua teca di cristallo, magari da giorni, con il modellino  in plastica della Marvel di un verdissimo Hulk in brachette viola. Stesso colore e stesse dimensioni del milionario reperto sottratto.  Furto che si scoprirà  coprire un ventaglio di segreti. E che naturalmente volente o nolente coinvolgerà  Edna Silvera, in una  nuova complicata e farraginosa indagine.

La polizia nella veste dell’ispettore Clerico, una specie di Boris Johnson con piglio da Santa Claus ha dato il via alle indagini, bloccando tutti gli invitati  ma per sentire i presenti e approfondire l’inchiesta si dovrà attendere l’arrivo  dell’investigatore ed esperto dell’assicurazione.

Che non sarà un investigatore, ma un’investigatrice e  con sconcerto della nostra protagonista si rivelerà una sua ex allieva, Lara Bonfiglio, uno scricciolo di donna timida, insicura e  da lei sempre tartassata, però poi laureatasi con il massimo dei voti.  Ma il mondo è bello perché è vario e, costrette a confrontarsi e  lavorare insieme, le due donne scopriranno : la Bonfiglio  che Edna Silvera non è, a conti fatti l’Arpia che la tacchinava e scomandazzava  allora e la Silvera il vero carattere dell’allieva e  la sua capacita di riciclarsi,  stringere i denti e farsi valere. 
Intanto sarà lei a rendersi conto, ispezionando meglio i vari pezzi di gran pregio contenuti  dentro le altre teche di cristallo  dello Scrigno del cavalier Petracchi  che, oltre al Guardiano del Tempio mancano le pagine  di due manoscritti del 600, copie di celebri testi del trecento e un incunabolo copia stampata nel ‘600 di un  classico Libro delle Ore . Ma per fortuna la Bonfiglio li ha fotografati e riversato su una chiavetta  le immagini dei testi  rubati.
E un importante particolare che salterà all’occhio, dopo un’attenta osservazione dei due manoscritti: la maggior parte delle figurazioni rappresentano vegetali, bestie ecc. e qualche essere umano … Ma gli esseri  umani in questione sono umane, donne dunque,  fatto molto strano per  un qualcosa di miniato nel Trecento. Secolo in cui le donne godevano “ di  meno considerazione di un cavagno di fichi”.  Non solo in tutti i testi domina il color rosso carminio. E salterà fuori anche il marchio che raffigura un nibbio, uccello rapace della famiglia degli Accipitridi a  insinuare  dubbi, ipotesi… Il fato porterà   luttuosi accadimenti costringendo la  loro  indagine ad  allargare gli orizzonti fino a Genova, per poi scendere a Roma, arrivare a Venezia e a spingersi per  sondare  il terreno, e scavare  più a fondo  fino alle morbide colline piemontesi .
Le due improbabili alleate dovranno con l’aiuto di tutta la squadra, le menti e le forze  in pista non sono mai troppe, arrivare a   individuare il vero significato di quel  rosso. Rosso sangue del Graal che dalla pergamena degli  antichi manoscritti si trasformerà  per loro nel  fil rouge, offrendo anche a Edna  ilmodo di tentare un’accidentale sintonia con Giacomo, il fratellastro del cavaliere.
In un ancora tiepido novembre della Riviera ligure che sembra rimpiangere l’estate,  prima che la stagione giri, districandosi abilmente tra impettiti e silenziosi  maggiordomi, strani gabbiani, pesci scarlatti guerrieri e accettazioni e realtà da mantenere nascoste, sarà proprio quel filo rosso che par voler richiamare  un passato denso  di sopraffina tecnica del colore, voluto e creato da poche  donne forti e indomite, a fulgido  esempio per il presente. E come sempre  il mistero saprà farsi  contraltare, mentre tutti i personaggi che si alternano sulla scena vengono  coinvolti nel gustoso e imprevedibile carosello di una pungente commedia dagli stuzzicanti  toni giallo noir . Valeria non ci delude  e come potrebbe?
Come sua abitudine introduce subdola elementi di suspense, li mischia, ci gioca e regalandoci tanti particolari colti ma allo stesso tempo  intriganti e sfiziosi, ci trascina con sapienza  a sviscerare il tema: dove sempre è l’ arte a far da padrona. E i libri. Proprio  quelli, a detta  dell’autrice, come sosteneva  Edwin Percy Whipple, che  erano:  “I libri, come fari eretti nel gran mare del tempo”.
Ciao Valeria, in attesa del tuo prossimo da leggere, che ci scommetto non mancherà!

Patrizia Debicke

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