Finale di donna



Stefano G. F. Bianchi
Finale di donna

Compralo su Compralo su Amazon

Una mortale partita a scacchi, fra Parigi e la Martinica.
Ninon Caron, ex giocatrice di scacchi, chitarrista ed esperta di matematica, viene in quest’ultima veste assunta, tramite i buoni uffici della suocera, in una grande banca parigina, la Societé, come dirigente. Invece di essere l’inizio di una vita fortunata, l’ingresso nella Societè si rivelerà il primo atto di un incubo, che riserverà alla tormentata protagonista profondi dolori e pericoli mortali. I compagni di lavoro hanno tutti infatti, chi più chi meno, qualche scheletro nell’armadio, e molti nascondono una vera e propria doppia vita. Qualcuno muore in circostanze misteriose e Ninon inizia le sue personalissime indagini, anche per difendere il suo capo, Théo Meyer, che viene inizialmente incolpato degli omicidi. In suo aiuto si adopera l’ispettore della Gendarmerie Bruno Cimini, che però ha anch’egli qualche triste segreto nel proprio passato. Le vicende si snodano serrate fra Parigi e la Martinica, dove la Societè possiede una filiale, e che diviene teatro di alcune delle vicende. Il finale è ad alta tensione e le sorprese sicuramente non mancano. Giallo noir che riserva molte pagine allo studio psicologico dei personaggi, in particolare ovviamente di Ninon, che nel corso della vicenda dovrà sciogliere i nodi che tormentano la sua vita, e ci fornisce anche un’interpretazione molto particolare del gioco degli scacchi, da molti considerato solo un passatempo per tranquilli ed inoffensivi pensionati. E proprio sul tema degli scacchi è incentrata la chiave di volta per risolvere il mistero di tanti omicidi. Ovviamente, di più non possiamo dire. Come detto, la tensione non manca, soprattutto nel nerissimo e piuttosto truculento finale, e la vicenda, dopo un avvio un po’ lento, quasi da romanzo rosa, non tarda a coinvolgere il lettore. In questo modo, si perdonano più facilmente certe ingenuità ed incongruenze narrative (alcune delle quali spiegabili poi con il dipanarsi della trama) e il frequente ricorso a dialoghi forse troppo sincopati, che rendono a tratti il romanzo simile alla sceneggiatura di un film

Gian Luca Antonio Lamborizio

Potrebbero interessarti anche...