Formule mortali РFran̤ois Morlupi



François Morlupi
Formule mortali
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Formule mortali. La prima indagine dei Cinque di Monteverde
Pubblicata per la prima volta nel 2018, la prima indagine dei Cinque di Montaverde ritorna in una nuova edizione riveduta dopo il grande successo di “Come delfini tra i pescecani” (2021) e “Nel nero degli abissi” (2022).

Possiamo conoscere in profondità i cinque poliziotti che hanno fatto innamorare un gran numero di lettori: Morlupi li racconta e li mostra in azione e nella vita privata, scavando nella loro anima e rendendoli così accattivanti da voler subito leggere altre avventure. È una squadra di sconclusionati, poco assortiti e il commissario Ansaldi, che pur li stima, non ha ancora saputo creare uno spirito comune, un gruppo coeso: sarà questa prima indagine a creare un legame forte, diventeranno una famiglia, superando difficoltà e dolore grazie a un affetto che sa vedere oltre le barriere difensive che ciascuno di loro ha costruito.

La scrittura di Morlupi è rapida e nitida, alterna momenti crudi, quando non spaventosi, a momenti di humor, soprattutto nei duetti dei Ringo Boys. Roma è più che uno sfondo, si anima, balza nella scena senza veli,  nella sua faccia degradata, caotica e disordinata,  lasciata all’incuria degli abitanti, troppo spesso indifferenti alla sua stupenda bellezza, data per scontata.

18 agosto, di notte, a Villa Sciarra succede un evento terrificante, di una violenza estrema, che viene scoperto da un anziano la mattina dopo. Indizio enigmatico, la formula della teoria della relatività formata orrendamente con pezzi del corpo dell’ucciso E = mc2  . La vittima è un professore universitario di fisica, il giorno dopo un’altra vittima, una professoressa di matematica, entrambi votati alla scienza. Un’altra equazione scritta col sangue a2+b2=C2 , il teorema di pitagora. Un terzo orribile delitto, un professore di chimica, con le stesse caratteristiche, porterà Ansaldi e Loy in Corsica, dove capiranno i legami nascosti e la pista da seguire. Un’altra formula PxV=c  la legge di Boyle-Mariotte.

I filmati degli assassini, snuff movies, finiscono nel dark web. Per Ansaldi e la sua squadra è arrivato il momento di dimostrare il proprio valore. Ma

“Come si può andare avanti convivendo ogni giorno con la malvagità dell’essere umano? Come si può mantenere la speranza nel futuro se il presente non fa che peggiorare?” si chiede Ansaldi.

Vediamo i protagonisti, cui Morlupi dedica molto spazio nella narrazione.

Biagio Maria Ansaldi soffre di attacchi di panico e ogni tanto sviene: una faccenda pericolosa per un commissario di polizia. Il suo caos interno si maschera con l’ossessione per l’ordine,il rigore morale e l’amore per l’arte e la cultura: ma è fragile,ipocondriaco, dipendente da psicofarmaci. È imperfetto per cui umanissimo.Da due anni a Roma, nel borghese quartiere di Monteverde, si è ritirato in un esilio tranquillo voluto da lui stesso, dopo una brillante, ma stressante carriera alla DIA di Milano che gli ha distrutto i nervi e la vita. In commissariato si fidano poco di lui lo considerano un perdente, un incapace. Ma anche un quartiere benestante e noioso può trasformarsi in un inferno.

Eugénie Loy, vice ispettrice, ha grandi doti investigative ed è diventata la sua pupilla, la fa crescere, la protegge e lei ne ricambia l’affetto nel suo modo austero e freddo, privo di empatia per tutti tranne che per lui. Volto tirato dalla tristezza, aspetto poco femminile, s’intuisce che un dramma ha sconvolto la sua vita.

Poi c’è il duo dei Ringo Boys, uno di pelle nera, William Leoncini, tombeur de femme e studioso del nazismo e l’altro romano de Roma Roberto Di Chiara, appassionato di calcio e film coreani. L’agente Caldara, generoso e gentile, detesta la vita del poliziotto e ha deciso di lasciare il lavoro subito dopo l’inchiesta per aprire un negozio di antiquariato.

Avevano sfiorato con mano il Male assoluto. Non avevano fatto in tempo a ritirarla, con conseguenze devastanti. Quei pochi attimi erano bastati per tutta la loro vita, quei pochi attimi li avevano cambiati in peggio e per sempre.”

Ma al di là delle crepe nell’anima, avevano conquistato un legame fortissimo: ora erano diventati una vera squadra.

Tiziana Viganò

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