L’onorata società



Dominique Manotti
L’onorata società
tropea
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Aprile 2007 o 2012 (fate voi, forse meglio ora). Parigi. Ci sono le presidenziali. Si fronteggiano il probabile vincente Guérin, sulla cinquantina, abbronzato atletico irascibile e Eugène Schneider, lo sfidante principale. La campagna dietro le quinte è cinica e interessante, soprattutto per due complotti: un’eclatante eco turbativa mediatica e una sporca trattativa di svendita a macroprivati. Tre ragazzi si intrufolano nel computer di un poliziotto distaccato alla CEA (Commissariato energia atomica), filmando il suo accidentale assassinio da parte di poliziotti ladri con funzioni non pubbliche alla ricerca di notizie trafugate. I finanziatori di Guérin hanno concordato proprio norme e assetti della privatizzazione della CEA. Giallo viene tradotto poliziesco e la polizia è almeno doppia (come lo Stato) nel bel nuovo romanzo a quattro mani (era una fiction tv poi “sprogrammata”) della grande Dominique Manotti e dello pseudonimo “Dead on Arrival” DOA (“L’onorata società”, Tropea 2012, pag. 312 euro 16,90; orig. 2011, trad. S. Fornasiero e G. Barbiani), in terza su ogni intreccio e sfaccettatura, anche personale. Ostriche.

valerio calzolaio

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