Leggere Franny and Zooey è stata tra l’esperienze più spiazzanti vissute dalla mia mente di lettrice.
Lasciandomi ingannare dall’innocuo bianco della copertina, ho preso tra le mani questo libro, piuttosto breve, del brillante scrittore americano J.D. Salinger, già autore del più famoso Il Giovane Holden, trapassato proprio quest’anno a miglior vita.
Col pretesto di un’innocua vicenda basata sulla crisi mistica di Franny, una giovane studentessa newyorkese degli anni ’50, bella, colta, forse troppo e per questo vittima di tribolazioni intellettuali che non trovano risposta nel fidanzato studioso e dedito alla cura del suo status symbol, l’attenzione si riversa in buona parte sulla figura del bellissimo fratello Zooey, dedito ad un bagno rilassante in casa propria, la cui intimità viene interrotta dalla madre Bessie, preoccupata per le condizioni della figlia, che gli chiede un consulto sul da farsi (o, per meglio dire, comportarsi) dando inizio ad una lunga disquisizione accanto alla vasca da bagno.
Dalla chiacchierata tra Zooey e la madre, e quella tra lo stesso e Franny, distesa sul divano del salotto a piangere e meditare sulla futilità delle cose umane, spiccano il volo una serie di questioni tra il filosofico e religioso, complesse, intricate, confuse e perfidamente vere.
Lo stato d’animo in cui si trova Franny, generato da una cultura troppo profonda, che ha reso diversi lei e suo fratello (tutta colpa di due fratelli più grandi, l’uno intelligentissimo laureando a vita, l’altro brillante mente suicidatasi senza un perché) si tocca con mano, si percepisce col cuore, si comprende a stento con la mente.
Franny e Zooey è tutto è il contrario di tutto: è il tentativo di comunicare agli altri qualcosa che va al di là degli aperitivi del sabato (Franny parla col fidanzato Lane che non la comprende e che non sospetta nemmeno che ci sia qualcosa da capire), è il tentativo di smascherare falsi “alternativi”; è apologia dell’essenza ma anche risalto della bellezza di una vita semplice priva di intellettualismi.
Franny e Zooey è filmico, nei gesti, nelle descrizioni e nelle parole, e, quel che è spiazzante davvero, non ha un unico e certo contenuto, ma molteplici: sta a lettore capire quale sia quello reale.
