Saggio su Jean-Claude Izzo – 4.1 L’Europa: la questione morale e la questione sociale




Saggio su Jean-Claude Izzo

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La letteratura noir di Izzo è una dichiarazione di amore all’uomo,
un’ode alla fratellanza, una domanda di comprensione, una proposta di
vita per perseguire il bene comune nel rispetto e nella valorizzazione
delle culture.
Il modo migliore per plasmare una sana identità civile -insegna lo
scrittore francese- è la cura della morale, attraverso l’insegnamento
di ciò che è bene e ciò che è male.
Troppo spesso la stampa, i rappresentanti delle istituzioni, le élite
culturali appianano questioni di priorità e di urgenza primarie a
fatti e ad accadimenti di alcuna rilevanza.
Ne deriva un’opinione pubblica disinformata e privata degli strumenti
necessari a comprendere i fenomeni che accadono. Montale, in Solea, è
un uomo cosciente e pragmatico, che soffre e protesta per questa
condizione:

«Mi erano tornati in mente i discorsi di Fonfon. Un giornale che non
ha morale non è un giornale. Sì, e una società senza morale non è più
una società. E neppure un paese senza morale. Era più facile mandare
gli sbirri a sgomberare i comitati di disoccupati negli uffici di
collocamento che prendersela con le radici del male. Quella schifezza
che rosicchiava l’umanità fino all’osso».

Riflettere sulla questione morale non esula però dall’indagare i
problemi economici e più prettamente politici della società -e in
particolare quella europea del noir di Izzo-.

Al contrario, è il modo
più efficace per recidere alla radice il cancro della corruzione e
della malavita.
Qualche pagina dopo aver ricordato i discorsi di Fonfon, vecchia
conoscenza di Montale, l’autore espone l’inchiesta sul crimine
internazionale di Babette, giornalista e amica del protagonista.

«Questo nuovo ambiente in cui si muove la finanza internazionale crea
un terreno fertile per la criminalizzazione della vita politica. […]
Nei nuovi paesi a economia di mercato, e dunque nell’ Unione Europea,
personalità politiche e governativa hanno creato legami con il crimine
organizzativo. La natura dello Stato e le strutture sociali si stanno
trasformando. Nell’ Unione Europea questa situazione non è affatto
limitata all’Italia, dove “cosa nostra” si è infiltrata ai vertici dello
Stato. […] Un rapporto delle Nazioni Unite, citato da Babette,
diceva: “ Rinforzare a livello internazionale i servizi incaricati di
fare rispettare le leggi rappresenta solo un palliativo. In mancanza
di un progresso simultaneo dello sviluppo economico e sociale, il
crimine organizzato, su scala globale e strutturata, perdurerà”».

Izzo protesta, denuncia e ammonisce. E riesce a farlo coniugando la
passione politica alla forza della narrativa, intrecciando le sorti
delle storie personali con le storie collettive che potrebbero
sembrare tanto lontane dal nostro quotidiano ma che in realtà  sono
profondamente connesse.

Continua…

giancarlo briguglia

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