Romanzo ferroviario – Gianni Marchetti



Gianni Marchetti
Romanzo ferroviario
Morellini
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Finalmente è tornato Agostino Cascione, brigadiere della Polfer autonominatosi “ispettore”, l’originale e simpatico personaggio creato da Gianni Marchetti, autore poliedrico in grado di spaziare dalla poesia al giallo, in questo caso un giallo ferroviario. Questa volta, il nostro Cascione sarà impegnato in un’indagine assai intricata, che comincia da un corpo ritrovato tra i binari della stazione di Milano Centrale e una testa ritrovata tra i binari della stazione di Sanremo. Su questa tratta si dipaneranno le indagini dell’ispettore, che si muoverà in mezzo a rappresentanti di biancheria intima, procaci amanti di onorevoli, tabaccaie esuberanti e ambigue e ospiti del Luna Park Le Varesine, un’istituzione della Milano degli anni ’70. Geraldo Malnati, una sorta di Bel Ami da periferia, rappresentante di biancheria intima della Maglieria Illma e inventore del pigiama fric, è la chiave di volta di questa inchiesta, in cui sono rievocati avvenimenti epocali che hanno segnato, spesso in modo tragico, il decennio ’70-’80 del secolo scorso.

Come sempre, Marchetti supera i confini del genere, per regalarci un affresco, insolito e affascinante, di un periodo storico recente, ma in realtà ancora pieno di ombre e ambiguità. Di grande impatto è la vera e propria storia delle Ferrovie italiane che si affaccia in queste pagine, in cui vengono rievocati treni rimasti nella memoria degli utenti, come il Ligure, il Fantasma, il Belvedere, anche con aneddoti intrisi di umorismo e nostalgia. Cascione, l’investigatore, è un personaggio che con la sua sgangherata ‘squadra’, Barreca, Paulli e compagnia, si rende indimenticabile agli occhi del lettore, non solo per l’abilità e l’intelligente ironia con cui l’autore lo ha rappresentato, ma in quanto testimone di un’epoca che buona parte dei lettori ha vissuto in giovinezza e di cui Marchetti ci ha restituito l’immaginario, dipingendolo vivo e ancora attuale, condito dalla malinconia della memoria. Un romanzo di grande profondità, dunque, che potremmo definire anche storico, godibile a più livelli di lettura, che chiusa l’ultima pagina ti lascia dentro il ricordo affettuoso e nostalgico di un’epoca. Bellissima la copertina, in cui, nel gesto sorridente di saluto dello zio Nino in partenza per Vienna, sono rappresentate la fiducia e la speranza di quegli indimenticabili anni Settanta.

Donatella Brusati

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