Napoli, le città. Marzo 2013. Quattro investigativi di Pizzofalcone si erano tenuti tanta cocaina di un sequestro. Scoperti, forse sarà chiuso il commissariato, intanto ci mandano mele probabilmente marce; anche l’ispettore Giuseppe il Cinese Lojacono, occhi a mandorla (come Carella), zigomi alti, capelli neri, sospeso e trasferito (pur senza prove di collusione mafiosa), moglie (arrabbiata) e figlia (affettuosa) a Palermo, ora castamente combattuto fra Letizia e Laura. Arrivano Francesco Hulk Romano, scatti di violenza, Alessandra Alex Di Nardo, pistola facile, Marco Aragona, figlio di papà. Il nuovo commissario è il buon allegro iperattivo divorziato Luigi Gigi Palma, già lì l’anziano sostituto Giorgio Pisanelli e la turbata vice sovrintendente Ottavia Calabrese. I primi casi del gruppo sono l’omicidio di una ricca cortese cornuta e l’apparente reclusione di una meravigliosa 18enne. Li risolvono, stile 87°. Poi Pisanelli è convinto che alcuni suicidi siano assistiti. Lunga vita al delicato introverso amato 55enne Maurizio De Giovanni (“I bastardi di Pizzofalcone”, Einaudi 2013, pag. 317 euro 18), in terza varia e qualche corsivo. Mozart.
I bastardi di Pizzofalcone
valerio calzolaio