I delitti di Dio. AA.VV



Alter Ego Edizioni
I delitti di Dio. AA.VV

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Una scommessa vinta l’antologia Delitti di Dio, a cominciare dal titolo che merita una parentesi introduttiva. La giovane casa editrice di Viterbo propone al proprio editor, Diego Di Dio, di diventare direttore della collana Spettri che pubblica gialli, noir, thriller, genere che all’editor risulta congeniale. Di Dio accetta, ma pone una condizione: festeggiare col botto il suo esordio come direttore di Spettri. Come? Pubblicando un’antologia che raccolga alcuni dei migliori autori italiani di giallo-thriller.
Di Dio gioca sul sicuro, avendo tra i suoi amici diversi autori blasonati ed esperti del genere. La casa editrice si dimostra ben lieta della proposta e si comincia a discutere del tema. Si ipotizza il connubio delitto/Chiesa. L’idea piace, ma a quel punto ci sarebbe da trovare un titolo forte ed è allora (tenete presente che avviene tutto in ventiquattro ore), che arriva l’intuizione giusta, il guizzo che fa la differenza. Di Dio contatta si scambia dei messaggi con Diego Lama, uno degli autori presenti nell’antologia. Lo coinvolge in tempo reale e giocando bonariamente sul cognome dell’editor/neo direttore, Lama la butta lì: chiamala Delitti di Dio.
Detto fatto.
Dodici racconti. Dodici gocce di sangue per parlare sì di delitti e fede, ma per parlare soprattutto dell’uomo, della sua fragilità, dei mostri acquattati nel buio che l’accompagnano da sempre e a volte da quel buio saltano fuori per divorarlo e distruggere ciò che lo circonda. Uomini che sbranano altri uomini in nome di qualcun altro che chiamiamo dio ma ha molti altri nomi: denaro, potere, malvagità, abusi, stupri, e si potrebbe continuare a lungo.
Si comincia con Oriana Ramunno che propone L’ora di andare, racconto calato nella Roma antica, agli albori del cristianesimo, coi cristiani perseguitati da Nerone. A Pompei la piccola Penelope, di notte, vede il padre, Anco Voltinio Metello, vomitare sangue nero e morire nella vasca. L’imperatore invia l’esperto ma anziano Corvo a indagare.
Si prosegue con Tutti i santi giorni di Manuela Costantini, ambientato ai giorni nostri in un convento di clausura. La trentaduenne suor Serena, al secolo Ingrid Terzi, è stata pugnalata a morte nel letto della sua cella. A trovarla è stata suor Giorgia. La superiora, suor Pia, chiama la polizia e in convento, con l’avallo del vescovato, viene invitata un’infiltrata come suora postulante.
Scilla Bonfiglioli propone Gli occhi di Matilde. Un giovane prete, Lapo, viene inviato dalla Santa Sede nel borgo di Malacana per indagare sulla morte di Clemente Cavallari, vescovo di Modena e Nonantola, che s’era portato in quel borgo dimenticato da Dio alla fine di ottobre e giorni dopo era stato ritrovato cadavere sulle sponde del Reno. Nel borgo fantasma la cui unica chiesa è guidata da don Barda, i villici credono alla presenza del diavolo. Ma che ci faceva il vescovo lì?
Andrea Franco ambienta a Roma il suo Se Dio non guarda. Lucia propone al collega, Matteo, di utilizzare l’oratorio sconsacrato della Santissima Vergine Addolorata, che si trova dietro via Baccina, come provocatoria e originale sede per una mostra. La location è di proprietà comunale, ma proprio in quegli spazi abbandonati, una quindicenne, perduta e bellissima che Livia vorrebbe salvare dalla perdizione, concede le sue grazie agli uomini.
Con Benedetto il sangue, Marzia Musneci ci porta in Scozia, nella piovosa Edimburgo. Jim McDonel e Maura hanno perso la loro figlia, Jesse. Jim lavora in un pub. Nonostante la tragedia è sempre stato un tipo a posto, ma il proprietario/amico, Kerry, è preoccupato e si confida con l’ispettore Daniel Fox. Da quando nel locale si esibisce Shona, una giovane violinista, Jim sembra avere perso la testa. La ragazza non fa nulla per farti notare, suona coi suoi amici e via via, ma Jim non è più lui.
Elia Banelli ci porta in Calabria con Il battesimo. Nel 1986 al molo di Reggio, il piccolo Mauro assiste all’omicidio della madre, Eleonora. Don Mimmo, boss della ‘ndrangheta, vuole colpire il marito della donna, giudice di professione, che ha condannato il fratello. Anni dopo nel tristemente noto santuario della Madonna di Polsi, frazione di San Luca, un giovane prete, don Aurelio, sostituisce l’anziano prete chiamato a benedire un vertice per affiliare adepti, presieduto proprio da don Mimmo.
Si svolge tutto in un serrato dialogo in confessionale Sgozza-preti di Diego Lama. Una donna di mezza età, Margherita, ordinaria nella sua figura se non fosse per la mole mastodontica, nel segreto del sacramento, confessa al prete di turno di essere lei l’assassina armata di una lama affilatissima che taglia la gola ai preti per vendicarsi di Dio. Prima di ogni delitto, però, dopo essersi confessata, chiede l’assoluzione per il precedente delitto commesso, ma l’ultima confessione ribalterà le prospettive.
Just do it di Daniele Botti, ci fa conoscere l’originale don Mattia Fioroni, prete sboccato quanto fanatico della magica Roma e dell’ottavo re, Totti, di cui conserva una maglia originale. Il pupone gliel’aveva data per uno scopo benefico, ma lui invece di destinarne il ricavato a un ospedale pediatrico, l’aveva tenuta. Ex campione regionale dei medio massimi, don Mattia è amico del poliziotto Alfio Castrozzi, ed è lui che lo coinvolge nell’indagine sull’assassinio di pubblicitari.
Fuga di autore ignoto di Andrea Carlo Cappi si svolge su più piani temporali. Nell’Agro Pontino del 1580, che né l’operosità dei romani né il genio di Leonardo aveva bonificato, don Juan Lucas Campo riflette sul fatto che la palude si riprende sempre i suoi spazi. Ma già tre secoli prima, dopo l’eccidio di Sermoneta, s’era rinsaldato il patto tra il Papato e il Templari, e il segreto del Liber Taenebrarum era stato preservato. Ma nel post futuro, spetterà a padre Antonio Stanislawsky dell’Ufficio Risoluzioni di Sua Santità preservare ancora quel segreto terribile.
Nel confronto tra un prete vecchia scuola e un moderno sacerdote gioca le sue carte Simone Tordi con Sono qui per me, solo per me. Don Simone, cresciuto a computer e cellulare, cura anche un proprio blog e affianca svogliatamente don Ernesto nella gestione della vecchia parrocchia del paesino di Selnio. Quando una pecora viene sbranata, lui non crede che siano stati i lupi, come invece sembra volere credere il maresciallo dei carabinieri. Il pretino si lascia andare con un’avvenente giornalista e le dice quello che pensa, provocando la dura reprimenda della curia.
Il suo racconto, Deus ex machina, Michele Catozzi lo apre con l’omicidio di un prete pugnalato alla schiena. Il crimine è avvenuto nell’oratorio San Giovanni di Urbino, conosciuto per i grandiosi cicli di affreschi dei fratelli Salimbeni. Prima di morire il sacerdote ha tracciato dei segni sul pavimento in cotto e con l’indice, ancora sporco del suo sangue, indica il Cristo crocefisso dietro l’altare maggiore. A supporto della polizia, sul posto viene inviato Guido Albanesi, ispettore capo della Polizia postale.
Chiude la raccolta Valerio Marra con Redempio. Appena ordinato prete, don Nicola, viene assegnato alla parrocchia Santa Maria Regina Mundi nel quartiere Torre Spaccata, periferia di Roma, per affiancare don Remigio. Mette talmente passione e fervore durante le omelie che ben presto l’anziano sacerdote gli lascia il pulpito. La chiesa è sempre gremita, ma dieci anni dopo, don Nicola ha perso la fede. E intanto un uomo si flagella a sangue col cilicio.

 

Roberto Mistretta

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