Tutto si può dire ma non che la Francia sia un paese che poco ha dato alla forma letteraria del romanzo. Quando, dunque, ci si imbatte in un libro dal titolo classicheggiante come “Il Delitto dei Giusti” non si può fare a meno di riservargli un occhio di riguardo.
Va detto che non si tratta di un romanzo di recente comparsa, visto che la prima edizione francese risale al 1967. Un vantaggio, forse, considerato che l’autore, André Chamson, nato nel 1900, ha intrattenuto rapporti con alcuni dei più fini pensatori d’oltralpe, tra cui Gide, Malraux e Valéry.
La vicenda, senza svelare alcunché, considerato che la trama ha uno sviluppo noir, si svolge intorno a un paese arroccato sulle montagne, dove la famiglia degli Arnal rappresenta la legge non scritta, ma riconosciuta dalla gente della valle.
Quando, però, il seme della passione e del proibito genera una creatura indesiderata, un mondo cementato da certezze secolari si sgretola.
Scritto con il piglio del classico e con un incedere da tragedia greca, “Il Delitto dei Giusti” dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, che non servono giochi pirotecnici e violenza a profusione per creare suspense e senso dell’ineluttabile.
Il delitto dei giusti
Seba Pezzani
