Pallida Mors



Danila Comastri Montanari
Pallida Mors
mondadori
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Torna gloriosamente Publio Aurelio Stazio, giovanile e infaticabile protagonista dopo ben diciassette avventure in poco più di vent’anni e sempre pronto ad andare a cacciarsi nelle più strampalate e complicate peripezie dietro a delitti misteriosi o alla tunica di qualche bella dama, possibilmente accasata. E con lui tornano la straordinaria Pomponia, amica, insostituibile ed energica spalla ma stavolta in crisi di profonda melanconia ,cosa inimmaginabile per lei, il più celebre e informato gazzettino di Roma. Sullo sfondo la tenera apprensione del marito, il buon Servilio. Li accompagnano come sempre l’efficiente tribù di servitori del ricchissimo senatore Publio Aurelio Stazio con in testa Castore, segretario quasi “impagabile” nel vero senso della parola per quanto costa al suo padrone e, importante anzi spesso indispensabile, il bravo medico Ipparco sempre pronto a dare una mano per risolvere i misteri. E torna viva, vivace, reale una comprimaria che vorrebbe farsi coprotagonista Roma, la ricca, opulenta e viziosa Roma Imperiale con i suoi più di un milione e cinquecentomila abitanti. Pochi cenni sulla trama perché di un giallo non si può mai dire troppo. Publio Aurelio Stazio reduce da un’avventura amorosa, per non farsi bloccare da alcuni “clientes” in caccia di favori e sesterzi, si rifugia in una tomba etrusca sull’Esquilino e là, barbaramente inchiodato su una tavola, trova il cadavere decomposto di una donna. Il macabro rituale induce a pensare che la vittima sia stata condannata come “empusa”, pericoloso demone femminile in grado di succhiare agli uomini sangue e sperma. Ma Stazio, convinto epicureo e ateo dichiarato, non ci vede chiaro e con l’aiuto del suo segretario comincia un’indagine privata per scoprire l’assassino. Va a cercare Festa Velthina, che figura proprietaria della tomba, ma la vecchia signora è appena defunta. E la sua famiglia: due nipoti, uno dei quali coniugato con una bionda esplosiva in lacrime, con la quale ha procreato due pargoli, e una vispa cugina trascurata si prepara ai funerali. Su loro però circolano delle strane voci. Un’improvvisa ricchezza rimanda a al chiacchierato fratello della morta che avrebbe nascosto un tesoro… Potrebbe essere stata quella la causa del delitto nella tomba? Oppure? Le coincidenze esistono e potrebbero creare confusione, ma Publio Aurelio Stazio sa il fatto suo e non si lascerà depistare.

patrizia debicke

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