Il giorno del Bianconiglio – Alessandro Curioni



Alessandro Curioni
Il giorno del Bianconiglio
Chiarelettere
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Nel 2009, l’Operazione Aurora metteva a segno un accesso illecito ad aziende statunitensi strategiche nei settori della sicurezza, difesa militare e ricerca tecnologica 
Tra il 2006 e il 2011, lo Shady Rat infettava con uno spyware i dispositivi elettronici di 70 organizzazioni internazionali, ivi comprese le Nazioni Unite.
Nel 2017, il trojan WannaCry colpiva un punto vulnerabile di Windows e così infettava centinaia di migliaia di computer, in almeno 150 paesi diversi.
Nel maggio di quest’anno, toccava alla Colonial Pipeline, gestore della maggiore rete di oleodotti statunitense. Seguita, a distanza di pochi giorni, dalla società Jbs, leader mondiale nella produzione di carne. E dal sistema sanitario irlandese, paralizzato per alcuni giorni in tutte le attività programmate. 
Le ultime tre offensive sono state condotte con ransomware, programmi informatici di disturbo che, tramite mail o link, infettano rapidamente il computer bloccando l’accesso dell’utente ai suoi stessi file e programmi. Un blocco informatico reversibile, ma soltanto attraverso un codice detenuto dagli attaccanti, che ovviamente lo rilasciano solo dietro il pagamento di un mega riscatto. La Colonial Pipeline, per esempio, ha pagato 5 milioni di dollari in criptovalute per poter di nuovo accedere ai suoi sistemi operativi. 
Racconto fantascientifico? Magari. Si tratta invece di cronaca, e della più recente attualità. Certo, ognuno di noi può essere aggredito, come il WannaCry ha esaurientemente dimostrato, ma immaginiamo per un attimo se a cadere vittima dei cyber criminali fossero le strutture nevralgiche di una nazione e se a manovrare gli hacker deviati fosse una potenza nemica. La nostra mente subito evoca lo scenario di una nuova guerra fredda, combattuta non sui campi di battaglia ma a suon di assalti informatici, con armi deflagranti più dei missili ipersonici.
Alessandro Curioni, laurea in Storia ma super specializzazione in cyber security, ci mette in guardia sulla nostra esposizione ai rischi informatici, e lo fa con un ottimo romanzo (Il giorno del Bianconiglio, Chiarelettere Editore, collana Narrazioni, giugno 2021) che abbina inventiva, ritmo incalzante e capacità divulgative. Non un distopico, bensì il romanzo di una realtà che deve far paura.
Bianconiglio è un malware (malicious software), malevolo quanto il suo significato inglese anticipa, perché reca disturbo alle operazioni che l’utente svolge dal suo computer o da altri dispositivi elettronici a esso collegati. 
Leonardo Artico – il protagonista del romanzo, esperto di cyber security come il suo creatore – l’ha concepito in una notte insonne, guardando un documentario sugli squali. E che c’entrano, direte voi, quei pesci cartilaginei con gli attacchi dei cyber criminali? 
Molto, perché, com’è possibile tracciare le rotte degli squali lasciandoli avvicinare a riva per poi agganciarli con rilevatori satellitari, così Bianconiglio può attaccarsi a chi penetri i sistemi informatici altrui con ostili intenzioni. 
Quando Roberto Gelmi, il braccio destro di Artico, si accorge che il malevolo softaware ha agganciato una ostile presenza proprio sul suo computer, Artico non tarda a sospettare che l’attacco abbia lo scopo, insinuandosi dapprima nei sistemi della sua società, di arrivare a penetrare le difese di un importante cliente, la 4 ForEner, un colosso delle energie rinnovabili. 
La posta in gioco diventa così alta che, pur di vincere la partita, Artico non risparmia nessuna arma, perfino quella di ricorrere al suo nemico storico che lo ha colpito negli affetti più cari, o di avvalersi di una giornalista d’assalto, interessante sotto più di un aspetto. 
E la pesca, di Artico e della sua task force, sarà abbondante e preziosa: non un singolo criminale, ma un’intera organizzazione di fanatici dal codice impenetrabile, ispirato ad antichi testi esoterici.
Il super esperto è un protagonista carismatico e convincente: dandy dall’impeccabile gusto nel cibo e nel vino; padrone di una materia ostica per i non iniziati, che lui però riesce a trasmettere con chiarezza divulgativa; gelido in superficie, quanto il suo cognome lascia supporre, ma sofferente per un rovello segreto. Quel che basta per conquistare le simpatie del lettore.
Impariamo da lui, senza sforzo, che diavolo siano una backdoor, un honeypot o gli arcani softaware del Dark Web. Non so voi, ma io ne avevo senz’altro bisogno: mea culpa per aver fin qui utilizzato con irresponsabile ignoranza i più comuni dispositivi e programmi informatici.
Con vero piacere però lo accompagniamo per Milano, resa con affettuoso colore: in giro per le sue strade più tipiche, come via Torino o corso Italia; nei ristoranti di tendenza, che in nessun luogo d’Italia sono più trendy che là; in uffici dai costosi arredi minimalisti, che sorgono magari accanto a chiese del più puro stile barocco; tra le abitazioni di Città Studi, la “periferia più centrale della città”.
Insieme ad Artico corriamo in una affannata corsa contro il tempo, non potrebbe essere altrimenti visto il nemico implacabile che si trova di fronte. Con l’omonimo personaggio di Carrol il Bianconiglio di Curioni sembra infatti dividere l’ossessione del tempo: una metafora dell’età adulta secondo Freud, una realtà impositiva per noi che la viviamo.
Conoscendo la malignità dei virus, Artico è scomparso dai social perché, come sostiene il suo autore, “La rete per un sacco di cose è biologica cioè riproduce fedelmente il nostro mondo, quindi anche i virus funzionano come nel mondo reale, si insediano sotto pelle e noi non li vediamo”.
In conclusione, Il giorno del Bianconiglio appassiona per il ritmo frenetico e i colpi di scena da ottimo thriller, ma trasmette a chiara voce un avvertimento da non sottovalutare: Abbiate paura, solo temendo i pericoli della rete avremo la possibilità di difendercene”.

ALESSANDRO CURIONI, laureato in Storia, è fondatore, azionista e presidente della Di.Gi. Academy. Grande esperto di sicurezza digitale, si occupa della Cyber Security di numerose e primarie aziende, italiane e internazionali. 

Da anni compie una capillare campagna di informazione contro i  pericoli del web, le sue truffe, i furti di identità e i rischi in genere connessi a un utilizzo inconsapevole della rete.

Ha pubblicato per Mimesis numerosi saggi sul tema, come Cyber War. La guerra prossima ventura (2019), La protezione dei dati. Guida pratica al regolamento europeo (2018), La privacy vi salverà la vita. Internet, social, chat e altre mortali amenità (2017), Questa casa non è un hastag. Genitori e figli su Internet senza rete (2017), Come pesci nella rete. Guida per non essere le sardine di internet (2016). 

Giusy Giulianini

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