Il gusto del picchio



elisabetta pasquali
Il gusto del picchio
robin
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Potrei dire che è la storia di una giovane psicoterapeuta e di una sua altrettanto giovane paziente, che si conoscono per lavoro e finiscono per diventare amiche, ma sarebbe come parlare dello strato di zucchero a velo su una millefoglie, dove ogni strato è un personaggio, un amico, un problema e come insegna l’autrice molto spesso i malati non sono quelli che manifestano il dolore, che esternano il disagio, ma coloro che gli stanno intorno, che li circondano con la loro ipocrisia e indifferenza.
Ma è anche la storia di un medico che ha bisogno dei suoi pazienti per essere a sua volta aiutato, perché alla fine tutti abbiamo bisogno di qualcuno con cui confidarsi.
È un bellissimo romanzo, scritto benissimo con un linguaggio chiaro, scorrevole che si lascia leggere senza fatica. Un pregio non indifferente è la capacità dell’autrice di riuscire a descrivere i particolari relativi ai personaggi e alle loro personalità così come gli ambienti in modo molto dettagliato, quasi minuziosamente, senza però risultare mai prolissa. È davvero un piacere leggerla. Caratteristica che si apprezza ancor di più visto il tema trattato dal romanzo; perché l’argomento è molto serio e il romanzo è profondo, fa riflettere molto, soprattutto nel finale (per nulla scontato) sulle malattie della personalità, ma soprattutto sul ruolo della medicina e della psicanalisi, ovvero di una scienza che per molti non è “scientifica” al punto che gli psicoterapeuti sono definiti dai medici di discipline più “classiche” come “cartomanti senza carte”.

andrea zannini

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