Mare Mosso – Francesco Musolino

Amo il mare e lo rispetto e lo temo, come tutti coloro che lo conoscono veramente o per lo meno credono di conoscerlo abbastanza. Francesco Musolino con il suo bello, vero e significativo “Mare mosso” mi ha strappato dal mio immaginario fatto di qualche esperienza al timone, fortunatamente sempre con felici scelte di rotte e compagni di avventura, per scaraventarmi in una drammatica storia vera e costringermi a ripercorrere con il suo equipaggio, guidato da un capitano coi fiocchi, ore di una realtà sommersa in un incubo.
Intanto pare che Mare Mosso sia stato ispirato da un vero salvataggio, realmente avvenuto nel 1981 al largo del mar di Sardegna, che Musolino valorizza con slancio regalandogli uno scenario da noir mediterraneo che si inchina a ragione a Corto Maltese, e si nutre di ricordi alla Jean-Claude Izzo, guarnito da traffici d’armi, commercio di stupefacenti, saldi legami di amicizia ma con ogni insidia in agguato, anche la morte.
La notte del 24 dicembre 1981, mentre Achille Vitali è di turno nella sua postazione, riceve una chiamata. Radio Cagliari ha intercettato l’SOS di un cargo turco alla deriva, la Izmir. La nave era partita da Port Mahon diretta a Minorca ma il motore si è piantato. L’equipaggio, con l’aiuto degli elicotteri del soccorso, ha già abbandonato la nave, il capitano per ultimo, dopo aver legato il timone mentre lo scafo, trascinato dal mare in burrasca, percorso da onde di maestrale, stava filando verso Oristano. Tutti i bollettini minacciano a breve un netto peggioramento.
Nella stiva della nave, un cargo di 900 tonnellate riciclato, ci sono seicento tonnellate di pregiato pesce surgelato. Alla deriva l’Izmir, in balia dei marosi, rischia di andarsi a fracassare sugli scogli e affondare.
Protagonista e voce narrante della storia sarà Achille Vitali, trent’anni, origine palermitana, ex cadetto in Accademia, costretto a lasciare la carriera militare, ora ingegnere navale che da cinque anni dirige per conto del Cavaliere, ricco e abile armatore napoletano, la Stresa Mare Spa, una squadra di uomini in grado di coordinare una flotta di rimorchiatori di stanza a Cagliari. Il suo compito, oltre ad assumersi le decisioni e guidare la sua squadra, è uscire in mare a qualunque ora, giorno e con qualsiasi tempo, per correre in soccorso di yacht, motoscafi, navi cargo e petroliere in difficoltà. Spesso anche a rischio della vita. Quella notte, quando il telefono squilla, Achille Vitale, dopo aver preso contatto con i soccorritori e aver ricevuto le ultime coordinate, sale a bordo della Renault rossa R4, in dotazione della squadra, e chiama a raccolta la sua piccola ciurma: Carmine il direttore di macchina e suo numero due, Georgos, il marinaio ed Efisio, operaio tuttofare.
Loro prima impresa sarà in quella notte d’inferno raggiungere Oristano, più o meno un’ora di strada, per poi mettersi sulla Statale 292, sulle tracce della nave. E finalmente a mezzanotte passata con il vento ormai arrivato a forza sei, all’altezza della Torre di Pittinuri, infilata in una golfatina a nord, proprio quasi sulla spiaggia di Santa Caterina, la nave, la Izmir.
La caccia è finita. La Stesa Mare Spa ha guadagnato il diritto alla giusta ricompensa per il ricupero del carico. Ora bisogna coordinarsi, organizzare i soccorsi, tirarla fiori di là e rimorchiarla in porto. Ma, contemporaneamente, durante quella notte di vigilia di Natale del 1981, ad Atene c’è qualcuno, l’armatore, l’uomo dalle tante facce, che deve ricuperare a tutti i costi parte del carico celata nella pancia della Izmir. Quella parte nascosta, viziosa e illegale ma di grande valore.
Riusciranno Achille Vitale e la sua squadra a farcela a riportare il relitto in porto, superando il mare in tempesta, i tanti e ripetuti guasti durante il ricupero allo scafo e soprattutto a controbilanciare le ardite contromosse e i subdoli attacchi effettuati dal misterioso boss di Atene?
Sarà l’inizio di un’angosciosa avventura in lotta con le lancette dell’orologio, con il mare in tempesta come peggior ostacolo, in grado di offrire spunti di noir che portano la tensione alle stelle.
Ma quando il destino sceglie la sua danza, bisogna accettare e trovare il coraggio di reagire.
Una splendida avventura, con il mare onnipresente e palpabile coprotagonista. Talvolta amico fraterno, generoso, ma anche implacabile avversario che non concede mai tregua.
Ciò nondimeno Mare mosso è anche una bella storia di relazioni tra persone e di un grande amore tra mondi e mentalità diversi a loro modo. Amore tra il palermitano Achille Vitale, ingegnere navale e Brigitta, la sua splendida bionda compagna e madre di sua figlia, la svedese che aveva scelto Venezia come nuova patria.
Più piani narrativi tra presente e passato che tuttavia si legano per ricostruire il quadro, andando a incastrarsi perfettamente tra loro come tessere di un puzzle. Bisogna imparare a cercare la salvezza, dimenticare i malintesi, assaporare nuovamente tutti gli affetti della vita e le speciali affinità che uniscono.
Un invito a non tirarsi mai indietro, a raccogliere il guanto, affrontare e combattere il male… epperò ….
In un drammatico finale la storia si ferma, come congelata nell’agghiacciante scenario di una vendetta, che reclama un futuro ritorno in scena del protagonista.
Musolino inserisce una citazione per capitolo, ogni volta ripresa con gusto e rara sensibilità da un diverso autore, allarga l’orizzonte e fa volare ancor più la fantasia e la curiosità del lettore .
Compralo su
