L’anno dei misteri. Un’indagine del commissario Bordelli
Il romanzo prende l’avvio dall’Epifania del 1969, sulle note della finale di Canzonissima con il ritornello della sigla “ zum zum zuuuum zum” che rincorre il lettore per tutto il libro. Il commissario Bordelli è a pochi mesi dalla pensione ma ha un caso insoluto che lo perseguita: un assassino seriale di prostitute che, secondo i suoi calcoli, colpirà di nuovo nel mese di febbraio. A questo si aggiunge un altro caso: l’omicidio, proprio la sera dell’Epifania, di Diletta, una giovanissima ragazza, uccisa dopo essere stata violentata nel suo appartamento.
Le pagine nelle quali Marco Vichi descrive i genitori della ragazza, anzi i nonni che hanno allevato la ragazza come se fosse figlia loro, dopo la morte della madre, sono sicuramente i più intensi di tutto il romanzo. Ma per arrivare a risolvere sia questo caso di omicidio sia quello dell’assassino di prostitute, occorrerà leggere tutto il romanzo, e quindi perdersi nelle rimembranze del commissario Bordelli, e nella gara di racconti inventati dai suoi amici durante una cena.
D’altra parte nei romanzi di Vichi spesso l’indagine e il delitto sono il pretesto per una affascinante e affabulatoria narrazione sugli uomini e sull’Italia, in questo caso nell’anno 1969. E di traverso alle indagini del protagonista ci si mette anche la vicenda del suo amico di infanzia, che si è finto suicida per sfuggire a una cospirazione di massoni e militari che vorrebbero fare un colpo di stato per instaurare in Italia il governo dell’esercito. E questa è la digressione più lunga e corposa che l’autore inserisce nella trama principale, e qui suspense e mistero non mancano.
Lentamente, fra un racconto della seconda guerra mondiale, un incontro con la bella Eleonora e una ripetuta divagazione sui libri di Alba de Cespedes, il commissario Bordelli, con il suo ironico acume e un pizzico di fortuna, riesce a catturare sia l’assassino di prostitute sia l’assassino della giovane e bellissima Diletta.
Altro non aggiungo per non svelare troppo, se non che il libro si era aperto con le note di Canzonissima che escono da tutti i televisori italiani, e finisce invece, solo qualche settimana dopo, con la notizia di Jan Palach che si dà fuoco a Praga: un excursus storico molto interessante soprattutto per chi in quegli anni non c’era o era troppo piccolo.
Marco Vichi – L’anno dei misteri
Raffaella Bianchi