Non capita tutti i giorni che un uomo paghi profumatamente un detective privato per provare la propria… colpevolezza. Questo è l’originale spunto sul quale ruota la trama de “Il colpevole” di Eliott Parker, professionista nell’ambito della comunicazione, qui alla sua prima esperienza come autore giallo.
E infatti Parker dimostra di conoscere molto bene la psiche umana riuscendo a caratterizzare a fondo la propria protagonista, l’ “occhio privato” Penelope Guzman: un’investigatrice giovane ma di “vecchio stampo”, un personaggio ben costruito che sicuramente ritroveremo nelle prossime opere di Parker.
“Il colpevole” vede Penelope alle prese con un caso molto anomalo: il suo datore di lavoro, un noto avvocato, la ingaggia chiedendole di far scagionare un amico innocente, arrestato dalla polizia con l’accusa di omicidio. Ma perché mai l’avvocato è così convinto dell’innocenza dell’amico? Semplice, perché afferma di essere lui stesso l’assassino. Alla fine, tenendo fede al proprio nome, Penelope sbroglierà la matassa, grazie al classico “intuito femminile” che le farà mettere in discussione l’inconfutabilità delle prove scientifiche, non sempre in grado secondo la nostra protagonista di garantire la verità qualora non siano affiancate da un’indagine di tipo tradizionale.
Se al Ris di Parma forse non andranno matti per un approccio investigativo così “old style”, chi scrive invece consiglia caldamente l’acquisto di quest’opera prima di Parker, dal quale ci aspettiamo presto un altro lavoro su questi livelli.
penelope guzman – il colpevole
fabio spaterna