Pare sia solo un iceberg.
A quanto pare ai tempi del Titanic gli iceberg non erano un problema ma, dato che sul fondo dell’oceano c’è parcheggiata la nave inaffondabile colata a picco proprio per un iceberg, è il caso di dire che qualcosa è andato storto.
Pensatela come vi pare, ironia della sorte o la giusta punizione alla presunzione, però i morti ci sono stati e non basterebbero tutte le lacrime salate del mondo per salvare i naufraghi.
La colpa è stata dell’uomo, ci sono varie teorie sulla costruzione delle paratie, il ritardo delle comunicazioni e ogni altra possibile incuria. Quel che è certo è che nel momento dello squarcio dello scafo la somma delle responsabilità ha innescato la tragedia.
Nei romanzi noir spesso un crimine è il cubetto di ghiaccio oversize che trascina a fondo molti passeggeri. Una vittima trascina con sé parecchie altre persone e il naufragio è sempre collettivo, non è mai individuale.
Qualcosa da tacere è il nuovo romanzo di Massimo Ansaldo. Michelle Sperlinghi viene drogata e stuprata. Le conseguenze del gesto si propagano con la stessa velocità di un’onda e gli effetti travolgono Genova dai Caruggi alla direzione della Sperl Sea Company. La compagnia è di proprietà dell’ing. Giorgio Sperlinghi, padre della vittima e imprenditore impegnato nel commercio delle “terre rare”, minerali utili nella costruzione delle tecnologie di utilizzo quotidiano.
Senza alcuna pietà, in gioco ci sono spacciatori di piccolo taglio, addetti alla sicurezza personale, opportunisti e personaggi dei trasporti internazionali marittimi che tentano di sopravvivere tra piccoli e grandi tradimenti, improbabili scatti di carriera e significativi tentativi di redenzione.
La trama è in bilico tra la spy story degli intrighi internazionali e squallore quotidiano di ogni agglomerato metropolitano. Nonostante l’inettitudine di alcuni addetti ai lavori e qualche indesiderato delitto collaterale, alla fine sul palcoscenico rimangono soltanto le colpe dell’avidità. Che dire, l’Italia è un paese che se la cava sempre grazie all’inventiva, ai colpi di genio e alla costanza di pochissimi individui, tutte azioni necessarie quando l’egoismo più becero e l’incuria imperante sono la regola. In Qualcosa da tacere, oltre a riportare le peggiori abitudini dei santi, poeti e navigatori, non mancano i colpi di scena e le rivelazioni che portano altrove le piste di indagine ma soprattutto il lettore.