Il rosario di madreperla – Valerio Molinaro



Valerio Molinaro
Il rosario di madreperla
Echos Edizioni
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Nato a Roma nel 1984, Molinaro è autore dei gialli ‘A sei miglia da L’Avana’ e  ‘Gli Orchi non sempre sono verdi’  usciti per Newton Compton. Da autore e regista teatrale ha scritto e diretto “Allora si può”,  “ Sono pulp perché mi chiamo Bukowski”,  “ Gratta Gratta Bang Bang!”  e un musical tratto dal film d’animazione Nightmare Before Christmas. Ha lavorato come aiuto-regista di Gino Landi per la commedia “ Il letto ovale”  e successivamente ha affiancato Pino Quartullo nello spettacolo  “Occhio a quei due”  con Lillo e Greg.
In questo romanzo ritroviamo, dopo la prima avventura ne “Gli orchi non sono sempre verdi”,  Riccardo Gaston, investigatore privato, cinico, alcoolista e disilluso, ex poliziotto con una tragedia familiare alle spalle ed un matrimonio che si trascina tra ricordi e rancori.
In un momento di trasporto coniugale Riccardo si reca all’Ikea per accontentare la moglie comprandole la famosa libreria Billy, si trova pertanto coinvolto in una rapina operata da una coppia di balordi tossici ed inesperti, dunque estremamente pericolosi.
Riesce a salvare una ragazza portandola in salvo, guadagnandosi l’eterna gratitudine del padre, un benestante signore napoletano; sembra tutto destinato a finire lì ma la vita è sempre pronta a mischiare le carte e a sorprendere.
Infatti dopo qualche tempo l’investigatore è invitato ad andare a Napoli per lavorare su uno strano omicidio di un prelato incline all’uso di cocaina e coinvolto nella sparizione di alcuni ragazzi. 
E’ proprio il padre della ragazza che lo ha chiamato per conto del fratello, padre superiore della parrocchia del Purgatorio ad Arco.
Inizia per Riccardo Gaston una difficile indagine sotterranea, che si dispiega nei meandri di una Napoli malavitosa ed oscura, una storia cupa che gli farà conoscere perversioni e malaffare, e nella quale si scontrerà con personaggi oscuri ed inquietanti.
Un romanzo questo che, pur nella sua risoluzione finale, inaspettata, lascia l’amaro in bocca e presenta il lato più depravato dell’animo umano; sembra che non vi sia possibilità di redenzione ed anche la vita dell’investigatore sembra ormai senza via d’uscita anche se , come leggiamo nelle ultime pagine “Il detective aveva l’aria stanca e il corpo martoriato dai lividi, ma gli brillavano gli occhi……Si era voluto dare una possibilità”
E così speriamo, per Riccardo Gaston ed , in fondo, per tutti noi.

Roberta Gatto

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