Il senso delle parole rotte di Massimiliano Giri (Giallo Mondadori, vincitore Premio Tedeschi 2020)
Riviera romagnola. Giorni nostri. Guendalina Altieri, figlia del sindaco di Rimini, Gustavo Altieri, viene rapita nella villa dove vive col padre rimasto vedovo. Il sequestratore si fa vivo in maniera assai minacciosa e inaspettata. Indossa una maschera di maiale e si introduce di notte in casa del commissario Matthias Macrelli, incaricato delle indagini sulla scomparsa della giovane rampolla. Lo ammanetta al letto e detta le condizioni: riaprire le indagini sulla scomparsa di Nadine Greco e trovare il suo assassino entro cinque giorni. In caso contrario ucciderà la figlia del sindaco. Figlia di una coppia di mezza età, assai religiosa e bigotta, il caso di Nadine, scomparsa da un giorno all’altra, era stato archiviato come suicidio. Gli investigatori avevano trovato un biglietto d’addio, ma non il corpo e si erano convinti che la ragazza, che frequentava un tizio invischiato nello spaccio di stupefacenti, si fosse tolta la vita.
Il sequestratore lascia al commissario un video in una chiavetta Usb che riprende la figlia del sindaco brutalmente picchiata da un tipo che indossa la stessa testa di maiale. Il video sarà anche diffuso alla stampa con la canea mediatica che ne seguirà e la pressione politica alle stelle.
Il commissario, un uomo provato dalla vita e abituato a fare a pugni con se stesso dentro e fuori il ring, sarà affiancato nelle indagini dalla grafologa Sara Brandi, anche lei personaggio eccentrico, che sa leggere nella scrittura verità e menzogne. Il commissario è preso di mira da un giornalista dalla chioma rossa, Carlo Segurotti, che lo ritiene responsabile della morte del padre, colpito da infarto e morto dopo essere stato arrestato proprio dal commissario e per dimostrarne l’incapacità, ridicolizza la polizia, tirando fuori una vecchia storia: in passato si era anche fatta scappare una giovane tossica, Anna Tamburini, finita agli arresti domiciliari dopo avere investito e ucciso l’amata moglie del sindaco. Anche di Anna Tamburini si sa più nulla.
Non aggiungiamo altro alla trama di questo thriller d’autore, meritatamente vincitore del prestigioso Premio Tedeschi 2020, per non togliere al lettore il piacere di farsi travolgere dal ritmo e dall’adrenalina che promana da ogni pagina. Scrittura fluida, efficace, coinvolgente, di impatto immediato, capace di catapultare il lettore all’interno del romanzo. Immagini vivide, descrizioni dell’ambiente particolareggiati, dialoghi mai banali.
L’indagine è serrata, da manuale, con nuovi elementi che emergono ad ogni capitolo e arricchiscono l’attesa e il piacere della lettura. L’autore padroneggia con disinvoltura le procedure investigative e le tecniche della scienza grafologica. I personaggi sono ben caratterizzati. Originali i due protagonisti, commissario e grafologa, complementari l’uno all’altro.
Il commissario Matthias Macrelli, ex pugile, ha un passato di vessazioni materne che gli hanno lasciato cicatrici sulla pelle e traumi profondi. I genitori sono morti in un incendio domestico. Quell’episodio l’ha segnato nel profondo e da allora lui si ostina a cercare nella simmetria delle cose quell’ordine perduto che non trova in se stesso.
La grafologa, Sara Brandi, si veste come una punk bestia e fa del turpiloquio la sua difesa. Anche lei deve ritrovare il senso delle parole rotte in memoria di sua sorella gemella, Matilde, il cui ricordo è sempre vivo. E pulsa. Insieme funzionano a meraviglia e sembrano già preludere a nuove avventure in tandem.
Massimiliano Giri, autore di San Marino ed editor freelance, è cresciuto nella scuola di scrittura di Franco Forte. Fin dal suo esordio ha dimostrato la propria classe e, un premio dopo l’altro vinto sul campo, in vari generi letterari, ha conquistato il prestigioso Premio “Alberti Tedeschi”, il più importante riconoscimento in Italia per il giallo d’autore, a conclusione di una serratissima selezione tra opere validissime, nella migliore tradizione del giallo italiano.
Un autore da conoscere e un libro da leggere.