Grisham ci sorprende con un romanzo inusuale. Grisham questa volta lascia temporaneamente ai box il legal thriller e si addentra in una storia di riscatto, passioni sportive e affetti familiari. Si parla di Samuel Sooley-mon, una ragazzo del Sudan che mostra particolari attitudini per il basket. Riesce a coronare il suo sogno trasferendosi in America e diventa bravo e famoso. Conquista le prime pagine dei giornali e consolida la sua carriera. Ma la guerra infuria al suo paese e lui allora riprende in senso inverso il cammino. Dopo aver perso il padre e l’amata sorella, si ingegnerà a fare riparare negli Stati Uniti la madre e i suoi due fratelli minori. Il finale è comunque attraversato da un atmosfera di positività . L’autore sembra voler ribadisce che, nonostante la crisi, il sogno americano è più vivo che mai.
C’è un episodio nel libro che crea molta suspense. Sooley si perde, non riesce a trovare la strada per tornare all’università dopo una festa e viene fermato dalla polizia. L’autore sembra quasi voler prender spunto dalle proteste del movimento Black Lives Matter. La scena del libro è in realtà un pretesto per parlare di politica. Lo scrittore vuol mostrare quello che avviene di norma. Nella maggior parte dei casi gli agenti sono persone oneste, sottopagate che si spaccano la schiena per mantenere la pace e da cui si dipende ogni volta che sorge un problema. Nel libro ci sono capitoli ambientati in Africa e altri, la maggiora parte, in America. Una costruzione narrativa che ci permette da subito di esplorare le vite dei protagonisti, di provare le loro paure e le loro speranze. La spinta profonda a scrivere questo libro mi è parsa la volontà di rendere la gente consapevole di una serie di problemi. Mostrare quanto difficile possa essere la situazione in alcune parti dell’Africa. Magari uno stimolo ad approfondire e coltivare studi e passioni personali.
