MilanoNera incontra Fabrizio Carcano

MilanoNera ha incontrato Fabrizio Carcano autore di due romanzi storici Gli Angeli di Lucifero e La Tela dell’eretico entrambi pubblicati da Mursia.

Tu sei un autore molto prolifico, nel senso che i tuoi romanzi sono usciti a breve distanza e sono molto corposi. Ma quando e quanto scrivi per essere così prolifico?
Bella domanda… intanto che i miei romanzi siano così corposi lo scopro soltanto una volta che sono stampati. Battute a parte, nella stesura de Gli Angeli di Lucifero sentivo la necessità di scrivere e di raccontare, le bellezze di Milano, la sua storia meno nota e il suo volto più oscuro persino per gli stessi milanesi, pertanto non ho posto un argine alla mia prolificità espositiva. Nella Tela dell’Eretico invece ho avuto la necessità, dovendo fronteggiare una trama complessa – con l’indagine ambientata nel 2011 e i tanti rimandi alla fine del ‘400, al periodo in cui Leonardo da Vinci affrescava l’Ultima Cena – di dilungarmi nella scrittura, in particolare nelle spiegazioni. Nei miei libri, sintetizzando, ho due protagonisti, il commissario Ardigò e l’amico cronista Malerba, che con i loro occhi accompagnano il lettore alla scoperta dei misteri occulti di Milano, misteri legati all’arte e alla storia, e in questo viaggio spesso sono accompagnati da ‘esperti’, esperti di esoterismo o religione, dunque un simile impianto narrativo necessita inevitabilmente di un’abbondante scrittura. L’impegno che mi sono assunto ora, mentre inizio a vergare il mio terzo romanzo, sempre sul filone giallo-occulto-artistico, è quello di limitare la mia voracità espositiva e scendere dalle 650-700 pagine a 500, in ogni caso un romanzo sempre corposo. Scrivere per me è una vocazione e una valvola di sfogo, che evidentemente il mio lavoro di giornalista non appaga, per cui la sera avverto il richiamo della tastiera, la voglia di isolarmi dal mio mondo ed entrare in quello parallelo di Ardigò-Malerba, che poi vivono, camminano ed operano nella nostra Milano, con tutti i pregi e difetti che riconosciamo alla nostra città anche se io, guardando un po’ con gli occhi di un innamorato, tendo ad essere indulgente con i suoi difetti e a descriverla in modo a volte un po’ romantico. Diciamo che in futuro potrei essere un ottimo assessore al Turismo per la nostra città!!!

Nei tuoi libri ci hai raccontato fatti misteriosi del passato milanese: quanta ricerca c’è dietro ogni tuo libro e quanti misteri restano ancora da svelare di questa città?
La ricerca per la stesura di questi miei due romanzi è stata impegnativa a corrente alternata. Nel senso che ne Gli Angeli di Lucifero – dove racconto il volto esoterico di Milano, i suoi simboli, le sue leggende, richiamando in vita la figura realmente esistita del Diavolo di Porta Romana, il marchese seicentesco Ludovico Acerbi, innescando poi vicende recenti di cronaca nera, come i fatti delittuosi delle Bestie di Satana – ho dovuto svolgere ricerche limitate, soprattutto all’ambito delle sette esoteriche e ai meccanismo che ne regolano la loro organizzione, per il resto ho attinto ad un piccolo bagaglio di conoscenze ed esperienze che avevo accumulato sia nel mio lavoro di giornalista sia sbirciando i giusti siti web, ma non sveliamo quali… Diverso è stato il lavoro sulla Tela dell’Eretico dove racconto l’intreccio emotivo di Leonardo, la sua omosessualità tendente alla pedofilia, il suo rapporto morboso con l’allievo prediletto, il Salaino, e la sua presunta adesione all’eresia dei Catari: un mix di inquietudini che ha sconvolto il Genio fiorentino mentre fronteggiava il muro del refettorio di Santa Maria delle Grazie e creava la sua Ultima Cena. Chiaro che una simile ricostruzione ha comportato una lunga ricerca sulla figura di Leonardo e su quel periodo storico, inoltre ho dovuto avvalermi dell’aiuto di un pittore per i tecnicismi legati sia agli affreschi leonardeschi che ai dipinti odierni, visto che, come sa chi ha letto il romanzo, la trama ruota intorno al mondo degli artisti e dell’accademia di Brera e ai dipinti degli allievi di Leonardo. In questi miei primi due libri ho raccontato alcuni dei tanti misteri di Milano, quelli legati all’esoterismo e una parte di quelli legati alla complessa figura di Leonardo, ma ne restano molti altri, ve lo assicuro. Milano ha ospitato eretici e massoni, ha visto nascere movimenti sotterranei e pulsioni poi esplose in altre città. Molti dei misteri di Milano passano dalle chiese, dalle cripte, ma anche dai dipinti esposti a Brera e all’Ambrosiana. Ma non solo. Recentemente in uno dei miei continui sopralluoghi ho scoperto il Tempio della Notte, un ipogeo sotterraneo in una villa dalle parti di viale Monza, dove si riunivano i massoni prima e i carbonari poi. Un luogo non accessibile al pubblico se non in occasioni speciali, un luogo che trasuda mistero e che intendo raccontare con il prossimo romanzo…

Sei un promotore instancabile di te stesso, viaggi molto per parlare dei tuoi romanzi. Ti piace, ti pesa o lo fai per amore dei tuoi lettori?
Premessa: fosse per me sarei sempre in giro, nelle librerie a incontrare i lettori. Dunque assolutamente non mi pesa, anzi… vorrei uscire molto di più dai confini lombardi, anche se con due romanzi decisamente Milano-centrici non è facile. Il contatto diretto con chi ha letto un tuo libro e ti espone le sue osservazioni, anche critiche, è fondamentale per ogni scrittore e penso sia paragonabile alle sensazioni che prova l’attore di teatro, rispetto a quello televisivo o cinematografico, che ha un contatto diretto con il pubblico, anche attraverso l’applauso o il fischio. Chiaramente poi il girare ha anche un aspetto promozionale, del resto tolti pochi scrittori che hanno a disposizione delle ribalte mediatiche o televisive, gli altri per farsi conoscere e magari apprezzare da una piccola fetta di pubblico devono necessariamente girare molto, tra librerie, biblioteche o eventi letterari. Tempo sottratto alla fidanzata o altro, ma nel mio caso sono contentissimo, davvero. E poi parlando con la gente raccogli spunti per nuove idee. In questo periodo poi anche nelle librerie avverti quella crisi che tutti noi tocchiamo con mano, mi è già capitato di incontrare persone che mi hanno detto che 16 euro per un libro, in questo momento, è una comunque una spesa non sempre affrontabile. E vi assicuro che mi è capitato già più di una volta. Concludendo la parte ‘promozionale’ per me è quella più divertente ed emozionante, anche quando ti capita di fare 200 km per andare in una libreria dove trovi tre persone e non trenta o quaranta come magari speravi mentre da solo guidavi in autostrada!

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