Le mogli hanno sempre ragione – Luca Bianchini



Luca Bianchini
Le mogli hanno sempre ragione
Mondadori
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E se un autore che abbiamo apprezzato per una saga familiare, all’insegna dell’ironia, si fosse cimentato in un giallo? Senza cambiare personaggi e ambientazione, ma focalizzandosi su soggetti secondari che smettono di fare da contorno e diventano protagonisti. È quanto accaduto all’autore torinese Luca Bianchini, balzato al vertice delle classifiche nelle librerie per la serie di Io che amo solo te, di cui esiste anche una fortunata trasposizione cinematografica. 

Un mistero che gravita sempre attorno alla famiglia Scagliusi, a Polignano a Mare, ma che passa il testimone al maresciallo Gino Clemente e alla brigadiera Agata De Razza. Il primo, ama le canottiere bianche, il karaoke, il suo labrador Brinkley e la moglie Felicetta. La seconda è invece salentina e una buona forchetta, trasferita a Polignano dopo avere trascorso un periodo al nord, tra Bolzano e Bressanone. Agata ha senza dubbio più esperienza, in fatto di omicidi, ma il maresciallo Clemente ha dalla sua parte la conoscenza del territorio e le confidenze dei polignanesi, fondamentali per venire a capo dell’enigma. 

Ninella, Don Mimì e tutti gli altri gravitano attorno all’indagine, diventando a turno dei sospettati.

Ma veniamo alla trama. A Polignano si festeggia l’inizio dell’estate con la festa patronale di San Vito, quando Matilde, ex signora Scagliusi e ora fidanzata di Pasqualino (ex tuttofare di Don Mimì), organizza un apericena nella sua nuova masseria. Con tanto di fuochi d’artificio che dovrebbero essere a forma di cuore. L’espediente è il compleanno della nipotina Gaia, la figlia di Chiara e Damiano, ma in realtà Matilde intende riscattarsi agli occhi di parenti e amici, per dimostrare loro quanto si sia arricchita e sia felice col nuovo compagno. Lei, che da sempre è stata la seconda scelta di don Mimì, innamorato invece di Ninella.

Gli Scagliusi al completo si presentano puntuali alla masseria, con gli altri personaggi che avevamo conosciuto in precedenza, fra cui la signora Labbate, gli zii Dora e Modesto, il fratello di Ninella e don Gianni, il parroco del paese.

Al maresciallo Clemente, che ha rifiutato l’invito per poter presenziare in alta uniforme alla festa di San Vito, tocca presentarsi ugualmente alla porta di Matilde. Perché mentre si sparano fuochi d’artificio che assumono uno strano effetto a pera, qualcuno uccide la colf peruviana.

I due investigatori sopra citati provvedono a congelare la scena del crimine e iniziano un serrato interrogatorio, degno dei romanzi di Agatha Christie. Chi, fra loro, può essersi macchiato del delitto? 

Tra gli invitati serpeggiano sospetti e maldicenze, mentre Matilde, più che addolorarsi per la morte della sua giovane collaboratrice domestica, si vergogna per il fiasco dell’evento.

Luca Bianchini affronta il genere giallo con la sua proverbiale ironia, risultando efficace. L’indagine presenta una carrellata di personaggi godibili, con un intreccio macchinoso. Il colpevole viene individuato, alla fine, ma soltanto dopo una serie di colpi di scena che divertono.

Il maresciallo Gino Clemente, trasferito finalmente nel suo paese natale e in attesa di pensione, è un personaggio che si rivela capace, tanto da far desiderare che torni presto sulla scena. 

Cristina Biolcati

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