Intervista a Elda Lanza

elda lanza uN DUE TRETi sei formata da giovane scrivendo per delle riviste. Hai avuto dei maestri?
Tanti, tanti,tanti, libri scelti in una biblioteca colta e intelligente e letti con passione, ininterrottamente, fin da piccola: e non ho ancora finito.

Hai conosciuto Renato Olivieri?
Era il direttore a Grazia. Involontariamente colui che mi ha aperto le porte della televisione

Sei cresciuta anche frequentando a Parigi Sartre e Simone De Beauvoir. Hai qualche cosa da raccontarci di loro?
Di lui poco: era il nostro professore di filosofia, intelligente, rivoluzionario, stimolante. Di Simone il libro che mi ha cambiato la vita: Le deuxiemesexe .

Nei libri che hai scritto l’avvocato Max Gilardi cambia, è un personaggio che si evolve, vuoi parlarci delle sue trasformazioni?
Sono le trasformazioni di un uomo che passa, vivendo la sua vita, da una giovinezza entusiasta e un po’ spericolata a una maturità consapevole. Il suo viaggio di ritorno a casa, come quello di Ulisse: attraverso la vita che ognuno riesce a vivere.

elda_lanza (1)Mi pare che una volta tu abbia paragonato la figura di Max Gilardi a Ulisse
Eccolo, infatti. Ciascuno di noi ritorna a Itaca ,è il ritorno consapevole a se stessi, alla propria maturità, ai propri sentimenti. Attraversando quello che si è vissuto.

Perché?
Perché la vita di ciascuno di noi è già dentro di noi. Se sappiamo riconoscerla. La vita non ci chiede di essere eroi: ma, forse, di essere il meglio di noi stessi.

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Nel tuo “La bambina che non sapeva piangere” di cosa parla?

E’ la storia di una donna infelice e malata accusata di aver ucciso suo padre. Nessuno può rispondere a questa domanda perché la donna, Gilla Flores, presentatrice TV di successo, è in stato catatonico. Alla figlia di dieci anni che vuole sapere se sua madre è colpevole, risponderà Max Gilardi. A pagina 400 del romanzo e dopo aver incontrato, finalmente, l’amore più importante della sua vita.


C’è qualche risonanza autobiografia?

No, soltanto nel titolo: a me avevano insegnato a non piangere.

Per te la scrittura è stata anche terapeutica?
Forse sì. Ho avuto un’infanzia dolorosa e una maturità molto impegnata. E finalmente è arrivata la vecchiaia, che è stupenda… Chissà se èstata la scrittura o se è merito di questo stato di serenità finalmente raggiunto: oggi sono una persona serena che ha imparato a guardare avanti. Perché no? Grazie anche a Max Gilardi, il mio eroe.

Pubblicherai altri libri della serie?
Ho terminato i quattro romanzi che oltre al tema del giallo hanno seguito e concluso la vita privata di Max Gilardi. Con La cliente conosciuta e ora con questo “Uno stupido errore”, uscito proprio oggi, ho iniziato i racconti dei casi di Max Gilardi avvocato. “Uno stupido errore” pone una domanda inquietante: La giustizia è perfetta?

Dario Fo, Walter Chiari, Giorgio Gaber ti hanno accompagnato con la loro ironia, vis comica, acutezza dello sguardo, creatività nella stesura dei romanzi?
No, naturalmente. Sono stati i miei compagni di viaggio agli inizi, poi siamo cresciuti in mondi diversi. Tuttavia quello che mi hanno insegnato, che era diverso da me allora, mi è certamente rimasto. Da loro ho imparato a ridere. E, lezione preziosissima, a non prendermi mai troppo sul serio.

Grazie e complimenti per le tue attività, la capacità che hai di stupire e la grazia e soavità della tua voce.

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Uno stupido errore
Salani
Giulia è una bella ragazza felice che insegue un sogno speciale: diventare una cantante. Quando viene ritrovata trafitta al petto da un paio di forbici, per le persone che le stavano attorno è come se si spezzasse un incantesimo. Niente sarà più come prima per Alessandro, il giovane universitario dai modi raffinati e la passione per il golf che la ama da quando frequentavano le scuole elementari. Né per l’intraprendente e sfrontato Nicola, amico di Alessandro, che da tempo aveva una piccante relazione clandestina con la vittima. La madre di Giulia, donna all’apparenza fragile, pur di dare giustizia alla figlia perduta, insegue una personale e dolorosa indagine per scoprire cosa può aver sconvolto i suoi ultimi giorni di vita, mentre gli inquirenti seguono le tracce di un misterioso individuo che aveva promesso alla ragazza un provino per un’importante trasmissione televisiva. Max Gilardi si ritrova così trascinato in una spirale di complotti e mezze verità che lo costringerà a mettersi alla prova, anche con la propria coscienza di uomo e di avvocato.

Roberto Estavio

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