In questo librino di 60 pagine sono condensate tre storie tragiche ma non serie, serie ma paradossali, paradossali ma non così lontane dalla vita come si potrebbe pensare a una prima, divertita lettura. E i bambini, come le lezioni a cui si riferisce con elegante ironia il titolo, c’entrano, ma solo in chiave psicoanalitica perché i tre protagonisti “Io Narrante” non sono ragazzini, ma adulti la cui crescita psicoemotiva si è arrestata sui 12-13 anni, cioè quando si considera la realtà come qualcosa che si può utilizzare per il proprio vantaggio immediato senza darsi pensiero di nulla, dal momento che l’unica regola è racchiusa in due parole : vietato vietare.
Il primo racconto tragicomico è l’autodifesa di uno stalker davanti al magistrato. E non si può dire di più se non che ogni parola, diremmo ogni virgola, è studiata per aprire scenari. Una storia con un epilogo noir, naturalmente, ma cosa oggi non lo è?
Il secondo racconto è tragipatetico. Affronta con intelligenza ed eleganza il tema delle perversioni. Anzi, di una perversione che non si può nemmeno definire sessuale perché di sesso proprio non si parla: quella dello schiavo in cerca di una padrona.
Tutto giocato sul paradosso, questo racconto nasconde sotto l’ironia molte sfaccettature di un universo in cui tutti i principi vitali sono stravolti. Compreso quello dell’autoconservazione. Un universo ben più frequentato di quanto non si immagini.
E infine c’è la storia più crudele di tutte, quella di un toy boy, ovvero di un innamorato a pagamento che vede se stesso e la propria cliente-amante con la stessa partecipata emozione di un broker davanti a un pensionato intenzionato ad affidargli i risparmi e la liquidazione.
Il nostro gigolò è un professionista che parla di se stesso come se appartenesse a una categoria di onesti funzionari al servizio di signore avanti con gli anni. Donne stramature che non credono a una sola parola di quello che i giovani partner prezzolati sussurrano loro all’orecchio, ma che ciononostante desiderano sentirsi dire, soprattutto in pubblico, perché quello che realmente bramano non è il piacere del sesso, ma la vita. La propria vita reale e soprattutto quella immaginaria che cercano di spacciare per reale a sé stesse e agli altri.
Tre racconti lunghi da divorare e gustare una pagina dopo l’altra, e poi da rileggete piano per cogliere il significato che si nasconde dietro ogni immagine. E, come ciliegina, tre disegni originali nei quali è sintetizzata l’essenza di ogni racconto.
Massimilano Parente – Tre incredibili racconti erotici per ragazzi
Adele Marini