Chi ha ucciso il Piccolo Principe? Certo, nessuno meglio Michel Bussi che fin dall’adolescenza aveva sempre tenuto il libro sul suo comodino, libro che aveva spesso citato in altri suoi precedenti romanzi, poteva accollarsi l’arduo compito di inventare un’emozionante indagine sul mistero e sulle numerose ombre che si celano dietro a Il Piccolo Principe e al suo creatore, Antoine de Saint-Exupéry.
Il Piccolo Principe, un libro essenziale per che l’ha letto e amato, è un trionfante emblema del suo creatore e un monumento della letteratura. Dal 1943, pubblicato in ben 318 lingue, è il libro più tradotto al mondo dopo la Bibbia e, forse, il più venduto. Strano e misteriosamente affascinante, Il Piccolo Principe è come se rappresentasse l’incarnazione universale dell’infanzia. Potete vederlo e commuovervi guardandolo sulla copertina: un ragazzino biondo, riverso a terra, morso a morte da un serpente… Un serpente? Ma la verità è poi così semplice? Chi ha veramente ucciso il Piccolo Principe?
E cosa dire di Antoine de Saint-Exupéry? La sua morte in volo il 31 luglio 1944, durante una missione di ricognizione nel Mediterraneo, pare abbattuto dal nemico, pochi mesi dopo la prima pubblicazione del suo libro in inglese , rimane altrettanto misteriosa.
In Codice 621. Chi ha ucciso il Piccolo Principe? ,dopo aver accumulato documentazione su quest’opera, Michel Bussi decidendo non solo di far svolgere accurate indagini sulla morte del Piccolo Principe, ma anche di chiarire la morte del suo creatore, ci costringerà a seguirlo in una specie di contorta e funambolica caccia al tesoro per valutare e scartare ipotesi, possibili colpevoli e moventi, per poi arrivare finalmente a scoprire la sua sconcertante verità sul segreto di Saint-Exupéry, e sul suo sosia sulla carta.
Per portare fino in fondo questa sua contro-inchiesta, che dal meridione della Francia arriverà a raggiungere lontane isole sparse nei bacini oceanici, Michel Bussi affiderà l’incarico a due particolari detective: Neven Le Faou, goffo e gigantesco ex aviatore, riciclatosi a meccanico all’Aeroclub du Soleil XIII e la giovanissima e minuta Andie (o Ondine), detective stagista alla Fox Company da sempre fan del Piccolo Principe tanto da curare un blog a lui dedicato che la tiene in contatto con i fan del pianeta.
I due, avvicinati dal vecchio miliardario camerunense Oko Dòlo, verranno invitati sul suo enorme yacht Diamante delle isole, ancorato al Calanque de Sormiou, vicinissimo a Marsiglia. Dove il miliardario esordirà mostrando loro una stilografica Parker 51 e i rottami di vecchie lamiere di un Lockheed P-38 Linghtning, ripescati nel 2000 al largo della Provenza, dopo che nel 1988, proprio al largo di Marsiglia, un pescatore aveva trovato nella sua rete un braccialetto d’argento che pare essere appartenuto a Antoine de Saint Exupéry.
Strana e controversa storia questa anche perché nessuno aveva mai sentito parlare del braccialetto, lo ricordava o l’aveva mai notato al polso dell’aviatore. Ma nonostante i dubbi sulla qualità di quelle prove, Oko Dòlo, dopo aver preteso che i due facciano squadra, proporrà loro una straordinaria missione che potrebbe rivelarsi molto rischiosa: devono andare a incontrare i membri del Club 612, tutti fan, vecchi amici e collezionisti di ricordi di Saint Exupéry, un club che raggruppa i sei più grandi fan del Piccolo Principe, ma che vivono molto lontani l’uno dall’altro. Per farlo, i due strani detective disporranno di un fondo spese praticamente illimitato e Neven dovrà pilotare un Falcon, uno splendido jet privato. Non dovranno raggiungere pianeti come aveva fatto Il Piccolo principe madiversi punti sparsi per il mondo. Prima tappa l’isola di Manhattan per incontrare Marie Swann , un tempo lontano cinquenne bambina dai riccioli d’oro, forse modello per il Piccolo Principe. Dopo di lei, sarà la volta del decrepito Moïsès sulla microscopica salvadoregna isola di Conchaita, poi di Izar nell’arcipelago delle Orcadi, unico abitante del Regno autonomo di Herminia, di Hoshi, eremita sull’isola del faro di Gedda in Arabia Saudita e infine, seguendo l’ancestrale mappa di Piri Reis, un’ isoletta, un puntino sperduto, forse proprio intorno alle Bermude. Per scoprire cosa è veramente accaduto e come è morto Saint Exupéry, con serpenti e morte sempre in agguato dietro l’angolo, il duo investigativo dovrà intraprendere una vera e propria caccia al tesoro, mettendo insieme i diversi punti di vista, rivedendo ogni ipotesi e cercando di leggere tra le righe del suo ultimo fantastico libro per arrivare a scovare la chiave che permetta di risolvere la loro doppia indagine.
Un romanzo coinvolgente, denso di intrighi e colpi di scena, possibili colpevoli e rimandi alla regina del giallo, Agatha Christie, con continue citazioni legate alla biografia di Saint-Exupéry e ai testi del Piccolo Principe. Molti se non tutti i fatti citati sono reali, vedi precisi riferimenti geografici e alcuni spunti dell’autore, la mappa di Piri Reis del 1513 (con il pezzo mancante delle Bermude) mentre è evidente che gli investigatori, i componenti del club e la conclusione sono pura fiction, ma plausibili. Anche se il mistero su Il Piccolo Principe e il suo creatore perdura ancor oggi.
Romanzo d’indagine (e non noir come tanto alla moda in Italia), filosofico e poetico, “Codice 612. Chi ha ucciso il Piccolo Principe?” si rivela una fiaba gialla giocosa, sognante, e sorprendente se scegli di crederle…
Ma a conti fatti soprattutto un omaggio a Il Piccolo Principe, che invita a riscoprire questa favola meravigliosa cercando di immaginare quale messaggio Antoine de Saint-Exupéry intendeva trasmettere.
Traduzione di Alberto Bracci Testasecca