Kammerspiel

Dopo aver vinto il premio Campiello giovani 2007 con il romanzo Fideg, Paolo Colagrande si ripropone al grande pubblico con una storia esilarante, divagante, reale.

Protagonista e voce narrante è sempre Bisi, giornalista freelance, senza un soldo in tasca, con un figlio di tre anni e la secondogenita in arrivo.

Insieme a lui, un gruppo di amici fidati e legati dalla passione per la letteratura si diverte a divagare, con sarcasmo e satira, sull’argomento “giornali e “giornalismo”. Un mondo ove ormai sembra che a tutti sia permesso parteciparvi, ci scrive persino la Tigre di Cremona; un mondo che pare escludere chi invece ha ”parole” e “spessore”, ma non “fama”.

Argomentazioni complesse, che spaziano dalla poesia, alla matematica,alla filosofia, al teatro, ma per giungere ad una spiegazione della vita semplice, quotidiana, in cui il “buono” è soverchiato da colui che si approfitta di lui.

Il mondo bello è dei furbi, il mondo concreto è dei semplice pare gridare Bisi e la comunicazione sembra essere la causa e l’effetto del Tutto.

Un invito a prendere la vita come viene, nella sua concretezza, nella sua consequenzialità, perché tutto si risolve e tutto è più semplice di quanto si è solito credere.

Un bel leggere in cui termini dialettali stringono la mano con simpatia a termini eruditi, in cui il lessico ricercato non appare stucchevole, ma diretto, incisivo, non noioso, e in questo si riscopre la bravura di
Colagrande e della sua cultura accessibile a tutti.

claudia caramaschi

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