La bomba – Alberto Cassani



Alberto Cassani
La bomba
Baldini+Castoldi
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Una città di provincia della quale non si farà  mai il nome, ma che è ben riconoscibile dai particolari: la magica Ravenna con
il duomo, La Darsena, i bar della piazza, la piazzetta dei giornalisti, le viuzze del centro, la sabbia al mare, dove camminare a piedi scalzi e il suo ben organizzato tiro a segno.
Quindi un’ipotetica ma non tanto città e la sua sindaca, una donna giovane, attiva, attualmente  single, a causa della morte del compagno in un incidente dopo più di dieci anni di convivenza. 
È piccola, minuta ma determinata, di origini straniere (i genitori professionisti albanesi hanno lasciato il paese  alle prime avvisaglie della mostruose rappresaglie di Hoxa), ma naturalizzata italiana. Per tutto il romanzo Cassani non la chiamerà mai per  nome.
Lei, studentessa impegnata politicamente fin dai tempi del liceo, ha poi continuato il percorso anche all’università e nella vita, distinguendosi nelle file del PD fino a entrare a far parte della giunta comunale del sindaco uscente e poi da lui indicata a succedergli quasi cinque anni prima.
Al di fuori, tra la gente, tutto va avanti  quasi automaticamente senza grandi scossoni con ciascuno che si organizza  e continuerebbe a pensare ai fatti propri,  mentre  la politica si destreggia  con le solite  consolidate  manovre per  gestire  il potere fino a quando, a poco più di due mesi dal voto per le successive elezioni,  la sindaca riceve  tra capo e collo un messaggio anonimo che minaccia e lancia un ultimatum.  Se lei non si ritirerà dalla competizione politica, una bomba verrà fatta esplodere esattamente 30 giorni dopo. 
Sembrerebbe  uno scherzo, ma non lo è perché quel messaggio sarà  solo il primo di una serie di successivi e identici  messaggi anonimi.
Anche la stampa verrà coinvolta e  chiamata a testimoniare  e  col passare dei giorni, la faccenda  si allarga e si sviluppa  a dismisura.
Insomma, qualcosa ha drammaticamente interrotto il tranquillo e ordinato tran tran degli eventi. E, zac, gli avvoltoi appaiono,  pronti a colpire. Infatti, la sindaca, oltre  a doversi confrontare  con le  invidie e i giochetti di politici  di provincia, dovrà barcamenarsi con le  interessate  profferte di petrolieri, insistenti  colossi economici, e, contemporaneamente,  con l’appoggio e la protezione delle forze dell’ordine,  arrivare  a scontrarsi con sfrontate gang criminali internazionali  e gruppi di  sfegatati estremisti.
In un clima di crescente  odio, rabbia e violenza, e in un rapido susseguirsi di trame e sospetti aperti a  ogni  possibilità,  anche i secondi fini della politica dovranno  fare i conti con la ragnatela  di intrighi  e ingerenze  dell’economia, durante quei 30 giorni, fino allo scadere dell’ arrogante ultimatum (fissato  proprio il 25 aprile, giorno della Liberazione).
Trenta lunghissimi  giorni in cui  la sindaca potrà contare solo sull’aiuto dell’assessore alla cultura,  il  professor Carlo Fabbri,  insegnante cinquantenne  con sani principi e poche ambizioni, che è  anche il locale segretario del suo partito.
Una storia a tinte gialle, sorretta da un mistero che non si risolverà fino alle ultime pagine.
Un  angoscioso conto alla rovescia, evidenziato  dallo striscione esposto  nel balcone   del Palazzo Comunale verso la piazza che giorno dopo giorno  marca quanti ne mancano al paventato scadere dell’ultimatum.
Una storia ambientata nella quotidianità  delle  strade di una piccola città di provincia che denuncia  la precisa esperienza politica dell’autore con una puntuale  descrizione dei retroscena istituzionali dei partiti di governo e dell’opposizione  con consigli, riunioni,  battibecchi  e votazioni.  Insomma, tutti  quei  tanti particolari non sempre del tutto  limpidi  che molto spesso  gravitano intorno a una  realtà comunale. 
E dunque una società confusa,  in  una città che esprime una comunità abbastanza moderna da eleggere a sindaco  una donna  immigrata , ma anche abbastanza chiusa da usare  nei suoi confronti  insulti sessisti e  perfino razzisti.  Una storia che però,  in certo senso, riesce a riscattarsi  attraverso la forza e i vincoli dell’amicizia tra Carlo e i  suoi vecchi compagni di una vita. Una forza reale, salda e che dura nel tempo.
Le due facce attuali e diverse della realtà italiana ai nostri giorni.
La violenza tuttavia resta il vero filo conduttore  dominante  nel romanzo , con la sfida di una  bomba che minaccia  fin dall’inizio la sindaca e  tutta la città , mentre in piazza si manifesta contro e  a favore della giunta e  mantiene i protagonisti sotto diretta  pressione fino alla fine… quando di tutto, lo scopriremo,  potrebbe ancora  accadere.

Patrizia Debicke

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