Nico trasecola quando entrando in sala da pranzo trova il padre tranquillamente seduto con uno scolapasta in testa. E non è la sola (sorpresa) né il solo (scolapasta in testa). Subito si riunisce con Alice e Luca nel covo della “ciurma dei pirati” (una baracca di lamiera) e insieme devono prendere atto che la moda o mania si è rapidamente diffusa, accompagnata da una sgangherata ma pericolosa idea, una credenza senza senso, ma contagiosa e ossessiva. Loro ci leggono nel pensiero e cercano di ottenere informazioni per poter manipolare i nostri sentimenti e desideri, spingendoci a fare quel che vogliono loro. Per proteggersi occorre mettere in testa una calotta metallica forata, basta uno scolapasta.
Voci che si passano di bocca in bocca, volantini, manifesti, scritte sui muri diffondono la paura. Anche la maestra Cristiana disegna sulla lavagna uno scolapasta e ne illustra l’uso, le vetrine dei negozi espongono scolapasta di tutte le fogge e colori. Le signore fondano addirittura il Club dello Scolapasta. I nostri tre pirati, però, vogliono vederci chiaro, scoprire chi ha messo in giro questa assurda diceria e perché. E, memori del corso scolastico per giovani reporter, partono dalla regola prima: risalire a fonti serie. La NA University che ha effettuato la ricerca scientificità risulta inesistente, il professor Furio Amicone che ha scritto un opuscolo in merito e possiede un oscuro e poco credibile sito rifiuta sbrigativamente un’intervista, i ragazzi ricevono la visita di due tipi poco raccomandabili che li minacciano.
I giovani detective, dopo accurate ricerche in biblioteca sui giornali locali, mettono insieme tutte le tessere del mosaico e passano all’azione, intrufolandosi non senza pericoli dentro la fabbrica di scolapasta ACME. Dove registrano video e audio che smascherano irrimediabilmente loro, che non sono oscuri poteri forti, ma ben più pericolosi e meschini truffatori. Grazie alla valanga di visualizzazioni e condivisioni su TiK Tok, Instagram e social vari i nostri eroi diventano gli smascherabufale più in gamba della scuola. La morale è chiara e non ha bisogno di spiegazioni.
Da 9 anni
