E chi avrebbe mai immaginato che un romanzo noir potesse essere tanto esilarante?
Ci si aspetterebbe di partecipare alle vicissitudini grottesche di una sorta di burtoniano Sweeney Todd in versione scozzese e invece eccoci trasportati in una contemporanea Glasgow, nell’insignificante Partick, avvolti da una pioggia incessante e catapultati nostro malgrado nella bottega dove lavora Barney Thomson, barbiere frustrato, represso e ignorato, da sempre soggiogato e circondato da personalità vincenti e dominanti: dai colleghi in erba Chris e Wullie, alla moglie fanatica di improbabili soap opera fino all’imprevedibile madre.
Nel frattempo la città è minacciata da un serial killer che dopo aver ucciso le proprie vittime provvede scrupolosamente ad inviare ai parenti macabri souvenir confezionati all’interno di pacchi postali fatti pervenire da disparate località . La polizia scozzese è priva di piste e ad aumentarne l’inefficienza fanno gioco umoristiche schermaglie da primi della classe tra i vari agenti. Quale mai potrebbe essere il legame tra questi omicidi e Barney Thomson, re degli sfigati che la polizia definisce interessante quanto due ore di pubblicità del Nescafé?
Il barbiere di Glasgow non risulta credibile nemmeno come ipotetico assassino: non riuscirebbe a uccidere un paralitico cieco eppure Barney è una pentola a pressione che medita vendetta nei confronti del prossimo. Resta da capire se avrà ruolo attivo nella vicenda noir o se anche il caso farà da padrone su di lui.
La bottega degli errori è il primo romanzo dello scrittore scozzese Douglas Lindsay (1964) e fu pubblicato per la prima volta in edizione italiana da Kowalski editore nel 2006. A questo romanzo fece poi seguito il secondo romanzo della serie di Barney Thomson intitolato Il monastero dei lunghi coltelli uscito in Italia presso Kowalski editore nel 2008.