Un libro scritto con garbo, come si addice a una storia ambientata a Torino e narrata in prima persona dalla psicologa quarantenne Anna Pavesi, già protagonista di Una piccola storia ignobile.
Su richiesta dell’ex collega Piera che le chiede di aiutarla a cercare l’educatrice Germana Villa, misteriosamente sparita, Anna torna da Bergamo, dove si è trasferita dopo la fine del matrimonio, e per qualche giorno torna ad abitare nella casa coniugale, prestatale dall’ex marito, il quale di fatto vive con la nuova compagna.
La narrazione si dipana su due filoni paralleli, l’elaborazione del dolore per la fine della storia con Stefano, con la raggiunta consapevolezza che la persona sulla quale contare ora è l’attuale presenza nella sua vita e il calarsi nella realtà degli emarginati e dei tossicodipendenti che vivono intorno al Po per cercare di capire la figura di Germana che li assisteva.
Anna riesce a districarsi tra bugie e mezze verità, e, seppure senza alcun indizio concreto, intuisce ciò che è accaduto analizzando il comportamento e le affermazioni delle persone con le quali viene a contatto.
Si rende conto del senso di delusione e di impotenza, il cosidetto burnout, che si è impadronito di Germana e arriva così alla soluzione finale nella serata conclusiva delle Olimpiadi, l’ultima notte bianca, che dà il titolo al thriller.
Molto spazio viene dato a Torino, la città di Perissinotto, anche se si percepisce che la vicenda olimpica viene vissuta dall’autore con un certo distacco, quasi fastidio.
Il libro è stato scritto in prima persona con il preciso intento di mostrare al lettore solo ciò che vedono gli occhi della protagonista.
Anna Pavesi è Alessandro Perissinotto al femminile e ne porta le stesse iniziali.
Una piccola curiosità: il cognome Pavesi è quello della vicina di casa novantenne di Perissinotto a Bergamo, che nel libro diventa vicina di casa di Anna.
Nato a Torino nel 1964, Alessandro Perissinotto è laureato in lettere e insegna all’ università di Torino dopo aver insegnato per alcuni anni a Bergamo.
Piemontese anche nella parlata, dall’aspetto riservato, Perissinotto è convincente nel raccontare come io femminile.
Un bel libro, scorrevole che invoglia chi non li ha letti a leggere anche i precedenti libri dell’autore.
Ha vinto il Premio Grinzane Cavour nel 2005, il Premio Camaiore e il Premio letterario Chianti nel 2006.