La luce dell’impero – Marco Buticchi



Marco Buticchi
La luce dell’impero
Longanesi
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Torna Marco Buticchi,  il “Maestro dell’avventura”, con il suo nuovo e atteso romanzo: La luce dell’impero e ci regala un intricata trama costellata di richiami storici, fatti lontani nel tempo e nello spazio che si collegano al presente attraverso un impercettibile filo conduttore: l’enigma del Emperor Maximilian II, il diamante giallo limone, la cui storia risale al XIX secolo e a Massimiliano D’Asburgo.
Un romanzo che segna il ritorno di due personaggi storici di Buticchi, Oswald Breil e Sara Terracini. Ancora una volta, ormai non le conto più, Oswald Breil, Sara Terracini e il loro splendido yacht Williamsburg sono protagonisti o meglio i magici burattini di questa nuova e straordinaria avventura di Marco Buticchi, che affonda poderosamente gli artigli in un relativamente recente e avventuroso passato guerriero del Centro America. Il mistero di un diamante maledetto, infatti, riesce a intrecciare la tragica storia di Massimiliano d’Asburgo ai cartelli della droga messicana dei nostri giorni.
Cominciamo dal XIX secolo: Austria e Francia sui campi di battaglia sono ancora, acerrime avversarie. Perché allora l’arciduca Massimiliano d’Asburgo, su energica spinta del “nemico” Napoleone III,  rinuncia alla successione al trono austriaco e accetta di essere nominato imperatore del Messico, un paese da tempo in preda alle rivolte? Fin da giovane Massimiliano d’Asburgo, dotato di una spiccata intelligenza e affascinato dalle meraviglie della natura, aveva dimostrato una particolare propensione per le arti e per le scienze. Parlava correntemente otto lingue, amava viaggiare e lo fece. Influenzato dalle idee progressiste in voga all’epoca, si era fatto una reputazione da “liberale”. Partì da Trieste per il Messico deciso ad accettare la corona perché intendeva governare da sovrano illuminato. Purtroppo non sapeva praticamente niente del paese. Non sapeva in quale vespaio politico e militare si sarebbe andato a cacciare e, ignorando la situazione caotica che dilagava, accumulò errori su errori: con alcuni decreti liberali adottò molte delle politiche proposte dal repubblicano Juarez, come la riforma agraria, la libertà di religione e l’estensione del diritto di voto alle classi contadine. Ma così si creò nemici tra gli alleati conservatori. Allora decretò che Juarez e i suoi seguaci, che non volevano sottomettersi alla sua corona, fossero banditi e se catturati fucilati. Questo fu il fatale errore che ebbe  come unico risultato il rendere inefficaci le sue riforme e scatenare la feroce ribellione degli oppositori repubblicani.
Non immaginava che gli umori francesi erano in bilico e che presto le loro truppe avrebbero abbandonato il paese lasciandolo senza protezione… Ma perché, nei suoi diari di viaggio, non parla dell’acquisto in Brasile di due diamanti uno di colore bluastro e il secondo giallo limone, ancora oggi giudicati ancor tra i più grandi e preziosi estratti nel nostro emisfero? Diamanti che lo seguirono in Europa? Se sì, da dove provenivano? Dove furono tagliati? Perché ogni loro spostamento provocò un’orrenda scia di morte. Cosa accadde dopo che il futuro sfortunato imperatore fece ritorno in America?
Ai giorni nostri. Oswald Breil e Sara Terracini, dopo aver risalito la costa Atlantica dell’America del sud a bordo dell’Williamsburg e aver oltrepassato il Canale di Panama, sono costretti, per una avaria ai motori dello yacht, a riparare alla Marina di Puerto Salina, un porto messicano poco più a sud di Tijuana, poco lontana dai confini della California. Là, mentre un drone multi elica si schianta contro il fumaiolo del ponte, a poca distanza dal porticciolo, un viavai di macchine della polizia a sirene spiegate annuncia la morte di Tomaso Moreno, un ex giudice del pool antinarcos messicano. Il drone era suo e Moreno, scopriranno i nostri eroi, stava cercando di comunicare proprio con loro prima di cadere vittima dei sicari dei cartelli della droga. C’è una guerra in atto per la supremazia sul territorio, quella gente là non vuole ostacoli sul suo cammino che mira a imporre la nuova letale droga Flash Dream e Oswald Breil potrebbe rivelarsi un rivale molto scomodo…
L’avventuroso, inesauribile e intricato svolgersi della storia anche stavolta riesce alla grande a mettere in collegamento fatti lontani nel tempo e nello spazio. I favolosi diamanti di Massimiliano erano stati, secoli prima, tra i simboli per edificare un impero ma traballante, foriero di sangue innocente e di sventure. Tanto che allora l’unica luce a confrontarsi con il male poteva sembrare quella emanata di un enorme diamante giallo di 33 carati – il Maximilian II. Ma su quella splendida pietra gravava un’antica maledizione pagana che solo qualcuno di speciale poteva placare.
Particolare interessante e molto azzeccato della trama è il sistema scelto da Buticchi di mettere all’inizio di ogni nuovo capitolo delle brevi sintesi esplicative che fanno il punto al lettore e, in più, dividono efficamente i flash back delle avventure del passato da quelle vissute al presente. Poi, come si sa, Marco Buticchi ha sempre il pregio di coinvolgere il lettore nelle sue avventure, che stavolta si susseguono quasi levando il respiro, e di incollarlo alle pagine del suo romanzo assolutamente da leggere.

 

Patrizia Debicke

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