Ormai non li conto neppure più, ma gli appuntamenti con il giudice Petri & Company, offerti ai suoi affezionati lettori da Gianni Simoni, sono sempre una certezza.
E anche questo non delude davvero. Proprio no.
Scenario: Brescia, personaggi principali: Petri, Anna sua moglie, Miceli, Bruni con la sua squadra, in cui primeggiano Maccari e il nuovo acquisto proveniente dalla stradale Armiento e il procuratore Martinelli, ex nemico, con le sue solite fisime, ma che ormai si fa quasi manovrare dall’accorta diplomazia di Petri. Lo scenario di un mondo che ormai ci pare assolutamente reale, tutti i protagonisti sono diventati quasi degli amici e riusciamo senza difficoltà a vivere e percepire le sensazioni di divertimento, frustrazione, ira, gioia e dolore dei protagonisti.
Piove da giorni, tutta la campagna, anzi tutta la Lombardia, trasuda acqua ma ciò nonostante ogni giorno l’ingegner Alcide Botta carica il suo labrador sulla Volvo e lo porta a correre in campagna. E proprio il suo labrador scova in un fossato, lungo la strada, una provinciale vicino a San Polo, il cadavere di un uomo, con il volto straziato e reso irriconoscibile dai ratti. Non un barbone di certo perché, a giudicare dagli abiti che indossa, si tratta di una persona agiata. Cosa o chi ha l’ha ucciso? Un pirata della strada?
Ma gli esami autoptici rilevano che l’uomo è stato ammazzato con un colpo alla nuca. E il fatto che sia stato ritrovato senza orologio e privo del portafogli farebbe pensare all’aggressione di un rapinatore.
Il caso viene affidato alla squadra capitanata dal nuovo commissario Grazia Bruni con il buon commissario Miceli che, afflitto da un monumentale raffreddore e ancora in carica a Brescia per un ritardo sull’arrivo della pensione, preferisce dedicarsi alle scartoffie, lasciando il lavoro sul campo agli altri.
Nel frattempo il giudice Petri è a casa ancora convalescente, dopo una brutta avventura capitatagli in montagna. Ma questo non significa che Petri viva fuori dal mondo. Pur coccolato dalla moglie, scalpita annoiandosi e una telefonata lo porta a scoprire che l’uomo assassinato altri non era che il dottor Emilio De Paoli suo vecchio amico e medico curante, scomparso da giorni.
De Paoli, persona molto riservata, viveva da solo accudito da una giovane cameriera. Sconvolto e infuriato, Petri si tuffa nell’indagine anima e corpo, obbligando anche Miceli a dimenticare il raffreddore e a rimettersi in pista. Si scopre che il dottore frequentava spesso la zona dove è stata ucciso e altre limitrofe battute dalle prostitute, non per motivi sessuali ma solo per cercare di aiutarle, e che curava anche gratuitamente il figlio ammalato di una di loro. E non basta. La sua cameriera era anche lei una ex prostituta che De Paoli aveva levato dalla strada…
L’assassinio allora potrebbe essere la vendetta di un magnaccia?
Emergono anche altri fatti strani e ci vorrà tutto l’appoggio della squadra di Grazia Bruni al completo, con il vice ispettore Armiento, il navigato Maccari, il bravo Esposito, gli inseparabili Grasso e Tondelli e il benestare del procuratore Martinelli, per risolvere il caso e restituire onore e giustizia al dottor De Paoli. Anche se stavolta, forse, il giudice Petri non avrebbe voluto scavare troppo a fondo alla ricerca della verità . Spesso certe verità diventano pericolose e magari sarebbe stato meglio dimenticarle in fondo al fosso…