Trudy – Massimo Carlotto



Massimo Carlotto
Trudy
Einaudi
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Le inchieste non sono tutte uguali. Soprattutto quelle private, quelle che poco hanno a che fare con i poliziotti o i carabinieri. Ci sono inchieste che camminano nell’ombra, ti inseguono come se fossero fantasmi che non riesci a scacciare. Ci sono inchieste che riguardano proprio te, ma di cui non sei al corrente e forse non lo sarai mai.
Gianantonio Farina, il Dottore, il Grigio, è un ex commissario ai vertici di un’agenzia di sicurezza privata, la NSG, che nella propria orbita attrae tante altre società, come la Tosco security, ma anche tanti cani sciolti, dei quali si serve per le proprie attività
di sicurezza. A richiederne i servigi sono in molti, tra questi c’è qualcuno che è particolarmente interessato a tenere sotto controllo Ludovica Baroni, la moglie di un noto commercialista di Lecco scomparso nel nulla. Quel qualcuno è un senatore molto noto in tutto il Nord, dove il suo partito ha radicato consensi e interessi economici, non sempre leciti. Ludovica non sa di essere spiata, o meglio, finge di non saperlo, ma quello che davvero non sa è che per gli uomini della NSG è “Trudy”, come la moglie del criminale Gambadilegno, acerrimo nemico di Topolino. Così come ignora il motivo per cui è sotto sorveglianza. Ci penserà Alex, lo stupido, a svelarglielo e sarà l’inizio di un incubo dal quale le sembrerà impossibile svegliarsi.
Tra gli ultimi romanzi di Carlotto, Trudy è quello che segna un ulteriore approdo verso una sfumatura di noir decisamente più “grigia”, che non punta verso l’oscurità più profonda del male, ma che si incammina lungo una zona d’ombra che è sotto gli occhi di tutti, ma che facciamo fatica a notare. Nessun serial killer, nessun mafioso, nessuna criminalità organizzata: i personaggi di questa storia sono uomini comuni, pronti a tutto pur di difendere i propri interessi, anche al costo di andare oltre il limite che separa la legalità dalla criminalità, la sicurezza dal terrore, la finanza dalla corruzione.
Trudy non è un viaggio nel mondo di mezzo della criminalità italiana, è un’indagine sul cuore di tenebra che alberga in ogni potere della nostra società; un’operazione a cuore aperto sulle dinamiche con le quali i poteri si alleano, si scontrano, si corrompono e si mantengono in vita, in una equilibrio delicato fatto di sorveglianza e diffidenza reciproca.
Trudy è un romanzo sconvolgente e inquietante perché ci mette di fronte una verità che difficilmente vogliamo accettare: il crimine ci riguarda tutti e può insinuarsi nelle nostre placide famiglie borghesi e operaie, nelle province tranquille del nostro Bel
paese e covare come una vipera, pronto ad attaccare per difendere gli interessi del potere, in tutte le sue forme.
Carlotto ci insegna che il crimine non è mai lo stesso, nel tempo e nello spazio, esso si evolve con l’evolversi della società, delle sue dinamiche interne, politiche ed economiche. Dobbiamo abituarci a pensare alla criminalità non più come ad un mondo ben definito e nascosto, dal quale siamo consapevolmente separati, ma come ad un rapporto di forza tra contraenti che possono appartenere tranquillamente al mondo dei “buoni”. Un rapporto di forza che ad oggi è mantenuto in piedi non solo dal denaro e dal piombo, dal plomo e dalla plata, ma anche e soprattutto dalle informazioni, pubbliche o private. E’ su queste che i poteri si
mantengono in piedi, oggi più di ieri, sul loro controllo, sulla loro sorveglianza e sulla loro capacità di portare chiunque sotto i riflettori del ricatto.

Antonio Sabia

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