La psichiatra



Wulf Dorn
La psichiatra
Corbaccio
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La psichiatra, il primo thriller di Wulf Dorn, è stato preceduto anche in Italia prima dell’uscita in libreria da un’ottima presentazione mediatica.

L’autobiografia dell’autore, recita che per anni, oltre al suo lavoro di corrispondente estero, ha seguito come volontario la reintegrazione nella vita normale di ex pazienti psichiatrici. Quindi lo si può definire quasi un esperto del settore. La storia suonava bene ed ero curiosa di leggerla. Ma vi confesso che il mio entusiasmo all’inizio è rimasto un po’ deluso. Il prologo era strano. Prolisso? Esasperato? OK, ma dovevo continuare e andare avanti per capire esattamente cosa poteva succedere. Ho avuto bisogno di più di cento pagine per entrare veramente nello spirito della narrazione e nella suspence.

Ma dopo l’iniziale, e forse voluto, rallentamento la storia decolla.

Stanza numero 7 . Ogni paziente ha un odore. E’ un odore penetrante. E’ l’odore della paura. Ma questa volta è diverso. Perchè questa volta la psichiatra sa che la paura della paziente diventerà anche la sua.

Così recita la quarta di copertina e quella paziente sconosciuta, spaventosamente vera e reale per la dottoressa Ellen Roth, da il via al suo incubo dominato dalla minacciosa figura dell’Uomo nero. Incubo che ci costringe a continuare a girare le pagine in un crescendo esaltante. Tutti coloro che la circondano, nei quali riponeva la sua fiducia, possono rivelarsi un amico, un nemico. Perchè?

Ho letto gli ultimi capitoli tutto d’un fiato, per trovarmi di fronte alla terribile, inattesa e agghiacciante realtà offerta dal destino a una Cappuccetto Rosso, l’unica vera vittima, trasformata in carnefice da un terribile passato che non avrebbe mai dovuto ritornare.

patrizia debicke

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