Là qualcuno è morto – Cristina Biolcati



Cristina Biolcati
Là qualcuno è morto
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Racconto lungo o romanzo breve? Poco importa, perché quando una storia è ben scritta, la trama interessante e i personaggi credibili, il numero delle pagine passa in secondo piano. È questo il caso di “Là qualcuno è morto” di Cristina Biolcati. La storia parte da lontano, dall’omicidio di una ragazza che, a metà degli anni Ottanta, aveva riempito le pagine dei giornali e turbato un’intera città. Individuati i colpevoli nel fratello della vittima e nel suo miglior amico, sulla vicenda era calato il silenzio, quasi a voler fingere che nulla fosse accaduto e provare a dimenticare l’orribile crimine commesso dai due ragazzi. Un silenzio che, tuttavia, non è mai riuscito a rassicurare e convincere il giornalista Alex Peppe, un tempo compagno di scuola degli assassini. Così, quando uno dei due muore e lui riceve l’incarico di scrivere un articolo sulla vicenda, decide di scavare più a fondo per cancellare i dubbi che lo hanno tormentato per quasi quarant’anni e liberarsi dal pensiero ossessivo di trovare una spiegazione convincente al folle gesto. Già, perché il “chiodo fisso” di Alex, l’ossessione che spesso gli impedisce di ragionare in maniera lucida e lo tiene prigioniero all’interno di una spirale apparentemente senza fine, come tra l’altro chiarisce la stessa autrice nei ringraziamenti, è l’altra protagonista della narrazione. Il meccanismo che fa ruotare gli ingranaggi della storia, detta le regole e ne scandisce i tempi. E tutt’intorno ci sono tanti altri personaggi con i loro piccoli segreti, verità nascoste e sentimenti contrastanti, insomma… parecchia carne al fuoco. Con il rischio di bruciarla, perché non è semplice e tantomeno scontato riuscire a condensare (e mantenere in equilibrio) tutto quello che si ha da raccontare in un numero relativamente esiguo di pagine. Cristina Biolcati, però, è riuscita nel suo intento. La scrittura è semplice e lineare, l’intreccio regge e il libro funziona. C’è solo da leggerlo e aspettare la prossima storia, magari dal più ampio respiro.

Ferdinando Pastori

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