La commissaria Elke Zeisig, prima donna a coprire tale incarico nella polizia criminale tedesca, è chiamata a verificare la veridicità di una pesante accusa arrivata via telefono da una voce anonima: maltrattamenti a un neonato nella famiglia di un ufficiale americano che vive nel distretto residenziale USA di Perlacher Forst a Monaco di Baviera. Le donne della sezione femminile nella polizia hanno più funzioni di assistenti sociali che di vere poliziotte, anzi, c’è aria di chiusura definitiva del servizio. Ma Elke ha un ottimo precedente, ha affiancato con successo il commissario capo della Omicidi Manschreck in un’altra indagine (“La signorina Zeisig e il caso della bambina scalza“, Emons, 2021).
Siamo nel 1963 e precisamente il giorno 22 novembre. Mentre Elke si trova nella casa americana, davanti a una madre adottiva visibilmente impaurita e agitata, il neonato urla a squarciagola nella camera vicina. La donna non vuole mostrarlo ed ecco che arriva il marito, il maggiore Carl Williams, con una notizia sconvolgente, il presidente John Kennedy è stato assassinato. All’inizio tutto rimane in sospeso, ma la Zeisig è sospettosa e molto determinata, capisce che qualcosa non va nella famiglia e comincia a indagare: nei giorni seguenti un soldato nero, viene accoltellato in un locale e il cadavere di un altro G.I. è rinvenuto in mezzo a un campo. I due casi sono collegati?
Anche il bambino muore e la commissaria non ha più freni: si lancia all’azione, indagando con un’empatia tutta femminile nel mondo delle mogli degli ufficiali americani, capisce il loro modo di vivere e penetra nella loro psicologia, in modo efficace ma senza intrusioni, riuscendo a svelare come e perchè.
Elke Zeisig è una commissaria sui generis, non bella e trasandata, ma capace e decisa a farsi largo in un mondo di soli maschi, dove le donne sono considerate al servizio degli agenti, limitate in ogni mansione, quando non ostacolate.
L’antifemminismo e il razzismo di quel periodo sono ben raccontati in questo libro che coniuga l’indagine poliziesca al romanzo d’ambiente e di Storia, non certo di contorno perchè descritti nei minimi particolari: è la parte più interessante perchè immerge in un’atmosfera d’altri tempi, non troppo lontani da noi, e in situazioni, la vita delle mogli dei militari americani all’estero e le relazioni tra le giovani donne tedesche e i soldati , conosciuta forse solo da alcuni film.
Loretta Williams, la giovanissima madre adottiva accusata dell’infanticidio, è racccontata con le tante sfaccettature emotive che turbano ogni madre alle prese con un neonato, la paura di sbagliare, il senso di inadeguatezza, lo smarrimento: stati ansiosi che possono diventare allarmanti in persone dall’equilibrio fragile.
Ambiente, Storia e psicologia dei personaggi sono quindi i punti di forza di questo bel romanzo, ispirato a fatti realmente accaduti, dove l’azione, tipica di alcuni gialli e thriller, lascia il posto alla lentezza, al ragionamento, alla paziente indagine che come tela di ragno alla fine cattura il o i colpevoli, mettendoli con le spalle al muro.
Personalmente aspetto la terza indagine della simpatica signorina Zeisig.